giovedì 30 maggio 2019

Piccoli intoppi...

Fine di una manifestazione. Mi devono consegnare una targa. Il signore incaricato di consegnarla a me - proprio a me - è un omone alto due metri, non vedente.
Quello che non ci vede, io che non ho le mani per prendere la targa...
Lui, due metri sopra di me: "Dov'è il signore? Dov'è?".
Io, due metri sotto: "Sono qui, sono qui..."
Siamo andati avanti così mezz'ora...
:D

mercoledì 29 maggio 2019

La "pippa" Di Maio...

Comunque, io ve l'avevo detto che Di Maio era 'na pippa...

martedì 21 maggio 2019

Salvini, il parac**o...

Avanti... Stiamo tutti quanti prendendo davvero troppo seriamente il Ministro dell'Interno. Salvini non è fascista, nazista, cristiano ortodosso, reazionario, o tutto il resto... Salvini è, solamente, e semplicemente, un gran parac**o. E' evidente... Strizza un occhio a tutto ciò che, in un modo o nell'altro, gli può portare consenso.
Ecco, quindi, che non disdegna di sorridere a Casapound e a tutto il mondo dell'estrema destra. Allo stesso modo, però, sapendo che c'è anche tanta gente di Sinistra che lo vota (e nessuno lo dice), fa i post commemorativi su De André (cosa che, se De André fosse ancora vivo, vedendo le sue politiche sull'immigrazione, gli aprirebbe la testa con la chitarra). Ammicca, volentieri, agli "ultras cattolici" ("popolo della famiglia, movimenti pro - vita", eccetera)... Tuttavia, sapendo che perderebbe il voto di tantissime donne, ci tiene a sottolineare che non toccherebbe mai l'aborto. Si fa fotografare, ed invoca, Madonne e rosari... Allo stesso momento, però, promuove la legalizzazione della prostituzione (visto il nutrito elettorato maschilista, e finto perbenista, che lo acclama). Insomma, è evidente: è solo fuffa e marketing (vorrei ricordarvi che, quello che oggi fa l'uomo forte di Destra, fino a qualche anno fa portava l'orecchino e si definiva "comunista padano"... Perciò, in quanto a credibilità, credo che si commenti da solo).
La Sinistra, come sempre, dopo Berlusconi e Renzi, ha individuato il nuovo "acerrimo nemico da demonizzare" (continuando a non capire che, così facendo, regala solamente consenso all'avversario di turno). In realtà, basterebbe combattere Salvini sul piano delle idee (in quei campi in cui, obbiettivamente, ha argomentazioni serie da giocarsi) e smascherarlo, al contrario, nelle palesi contraddizioni ideologiche in cui cade da solo (vedi elenco sopra).

mercoledì 3 ottobre 2018

Mahatma Gandhi: Anima grande, Anima bella...

Oggi voglio soffermarmi su un tipo di figura che mi ha sempre affascinato: quella del “rivoluzionario”. Parlare di rivoluzionari, ai giorni nostri, può sembrare (anzi, probabilmente è) un “esercizio di stile”… Un'operazione nostalgica, fuori dal tempo e dalla storia. In realtà, credo che – mai come in questo momento – il Mondo abbia un vitale bisogno di persone capaci di “tracciare, ed indicare, nuove Vie”. Purtroppo, questo tipo di soggetti mancano disperatamente all'Umanità… L'ultimo grande “rivoluzionario” che ci è rimasto, forse, è Papa Francesco (per il suo modo di essere pontefice, e per le idee coraggiose che porta avanti, credo possa benissimo essere definito tale).

In questo articolo, però, non voglio parlarvi di Jorge Mario Bergoglio, bensì di quello che viene considerato “il padre di tutti i rivoluzionari”: Mohandas Karamchand Gandhi, detto “il Mahatma” (“grande Anima”). Gandhi, ovviamente, non ha bisogno di presentazioni. Sintetizzando, e banalizzando, lo si ricorda come un politico, filosofo ed avvocato indiano. L'aspetto per cui è maggiormente conosciuto è stato il suo essere pioniere della disobbedienza civile di massa, non violenta, come strumento di lotta e di conquista di diritti negati. Grazie al suo impegno, strenuo e totale, l'India è riuscita a conquistare l'indipendenza dalla Gran Bretagna. Tuttavia, questo piccolo e gracile uomo, è stato talmente tante cose belle – tutte insieme – che è davvero impossibile riassumerle in poche righe.

Per me, è un grande punto di riferimento… Un vero e proprio modello di vita. A lui, ho dedicato uno dei quadri a cui sono più affezionato: “Anima grande, Anima bella”. Come vedete nell'immagine, nell'opera (un acrilico su tela) ho riprodotto diversi elementi… Nella parte alta del dipinto, ho raffigurato la “parte brutta” dell'India: i bambini, ed adulti, che vivono nella più estrema povertà. Nelle periferie delle grandi metropoli, infatti, migliaia di persone dormono per strada… Sotto ad un cartone o, come in questo caso, dentro a dei grandi tubi di cemento. Nella parte bassa, invece, c'è quella che considero la speranza dell'India: le sue donne (in generale, credo che le donne siano una speranza per il Mondo intero… Se non altro per il fatto che, fino ad ora, le redini della Terra sono state tenute in mano dagli uomini). Al centro del dipinto, Gandhi! Ho raffigurato il Mahatma su una specie di tappeto volante… E' un po' come se dal Cielo, da un'altra dimensione, o da dove preferite voi, continuasse a vegliare e a proteggere la sua gente.

Fra le molte massime di questo Maestro, quella che preferisco in assoluto è: “Sii tu stesso il cambiamento che vorresti dal Mondo”. La amo perché indica una strada che ciascuno di noi può percorrere, nel proprio quotidiano: cercare di modificare quello che abbiamo intorno, e che non ci piace. Non è necessario, infatti, essere persone carismatiche o importanti per potersi definire “rivoluzionari”. Non è nemmeno necessario compiere imprese memorabili, che rimangano nella Storia. Tutti i giorni, possiamo compiere milioni di piccole rivoluzioni… Basta solo avere il coraggio di esporre sempre le proprie idee, di rifiutare di unirsi alla massa, e di opporsi a ciò che riteniamo ingiusto o sbagliato (naturalmente, con umiltà ed educazione). E' soltanto in questo modo che possiamo sperare di cambiare, davvero, le cose. E' dal basso, dal tappeto di piccole gocce che compongono il mare, che si trasforma e muta la complessità del sistema che ci sovrasta.

Dunque, sulla scia di Gandhi e di persone come lui, impegnamoci tutti quanti a rendere il Mondo un posto migliore in cui vivere…

Anima Blu

giovedì 7 settembre 2017

Riflessione sulle nuove generazioni...

Quando parliamo di “cultura”, le prime cose che ci vengono in mente sono la letteratura, la musica, la pittura... L'Arte, insomma! Tutto ciò che, in qualche modo, ha a che fare con un “esercizio” o una “produzione intellettuale”.

Questo è sicuramente vero... Tuttavia, a parer mio, “cultura” vuol dire anche un sacco di altre cose. Elencare ogni singolo campo in cui questo concetto può essere applicato diverrebbe troppo lungo, e noioso. Preferirei, piuttosto, soffermarmi solo su uno di essi: l'educazione, e la formazione delle nuove generazioni.

Come ho già avuto modo di raccontarvi in qualche articolo precedente, ho la fortuna e il privilegio di poter lavorare e vivere di Arte. Fra le tante attività che svolgo (pittura/scrittura/musica, eccetera), ce n'è una che – ad un occhio esterno – potrebbe non c'entrare apparentemente nulla con le altre. In realtà, è quella che reputo la più “culturale” e preziosa di tutte... Mi riferisco agli incontri che, periodicamente, svolgo nelle scuole di tutta Italia.

I meeting didattici occupano un posto davvero unico, e speciale, nel mio cuore. Incontrare i ragazzi è una delle esperienze più difficili, e gratificanti, che si possano fare. Con i giovani, bisogna stare sempre molto attenti. E' essenziale il modo in cui ci si relaziona nei loro confronti... Ho imparato, negli anni, che basta poco e ti alzano una barriera contro. I toni paternalistici, o le vuote “pseudo lezioni di vita”, non ottengono nulla. Anzi... Ciò che fa breccia è il porsi come uno di loro, renderli protagonisti dell'incontro, e dargli la possibilità di guidare la discussione attraverso il formidabile strumento del dialogo.

Spesso, sento parlare male delle nuove generazioni. La voce incessante che gira è che siano apatiche, vuote, e disinteressate a tutto. Quando mi capita di udire questi discorsi, mi arrabbio molto. Innanzitutto, perché provengono da soggetti che hanno poco da insegnare agli altri... Molte volte, infatti, i primi ad essere insulsi sono proprio i genitori dei ragazzi stessi. Corrono tutto il giorno, non guardano mai in faccia i propri figli, e pensano di compensare le loro mancanze con soldi e beni materiali (magari anche attraverso il massiccio uso di oggetti tecnologici... Salvo poi lamentarsi del fatto che gli adolescenti vivono troppo nella cosiddetta “realtà virtuale”). In secondo luogo, m'innervosisce il pregiudizio...

Infatti, è vero che - ad uno sguardo superficiale – i giovani possono apparire freddi e distanti. In realtà, non è così... Sono semplicemente disillusi, ignorati, e lasciati a vagare come tanti “vuoti a perdere”. Io dico sempre che è un po' come se fossero ricoperti da un velo di cellophane, e polvere. Basta grattare leggermente via il cellophane, per vedere esplodere tumultuoso il fiume che hanno dentro. Ecco perché parlo di pregiudizio... Non si possono “sparare sentenze”, senza conoscere l'effettiva realtà della situazione (o, ancora peggio, far finta di non capirla per evitare così di mettersi in gioco).

Mio padre, che è un “filosofo auto-didatta”, dice sempre che il concetto di vuoto non esiste: qualunque cosa, o persona, se non viene riempita di “Bene”, si colma con il “Male”. E' quello che sta accadendo alle nuove generazioni... Dopo essere state “colposamente educate al vuoto” da chi le ha precedute, rischiano di assumere abitudini e tendenze deleterie. Allo stesso tempo, però, se ai giovani vengono proposti modelli positivi (con le giuste modalità), sono assolutamente pronti e disponibili per riceverli... Sono come delle piantine fragili che, rimaste per troppo tempo senz'acqua, assorbono ogni piccola goccia che gli viene donata.

Mi auguro davvero che, prima o poi, a partire dalla scuola, si capisca che ciò che bisogna insegnare ai ragazzi – prima di ogni altra cosa - è “imparare a vivere”. Sogno un'istruzione meno “nozionistica”, e più vera e concreta. A mio avviso, al vertice di qualunque programma didattico, dovrebbe esserci l'obiettivo di formare adulti coscienti di sé stessi e del Mondo che li circonda (anche attraverso la “cultura”, intesa in senso “classico”... L'Arte, infatti, come già detto altre volte, è lo strumento cardine per imparare a conoscere e conoscersi).

Anima Blu

** Chiunque fosse interessato/a ad organizzare un incontro nella propria scuola (elementare/media/superiore/università), o desideri avere maggiori informazioni, può contattarmi all'indirizzo info@animablu.eu **

giovedì 8 giugno 2017

Albert Einstein: quando la Scienza è un'Arte...

Oggi voglio parlarvi di un uomo che non era, propriamente, un artista. Lui, più che altro, era un genio... Anzi: lo si potrebbe definire, forse, il più grande genio della Storia! Le sue scoperte ed intuizioni scientifiche, di cui certo non vi parlerò in questo articolo (non essendo propriamente ferrato in materia), hanno completamente rivoluzionato l'interpretazione del mondo fisico. Sto parlando, naturalmente, del signor Albert Einstein...

Einstein, dicevamo, non si dilettava d'Arte. Tuttavia, era un grande pensatore... Possedeva, molto forte in sé, quel Principio di “Arte allo stato latente” di cui vi ho parlato in qualche articolo fa (ovvero, il pensare e/o reinterpretare in chiave creativa ciò che ci circonda). Oltre ad essere un grande fisico e scienziato, era anche un filosofo. Si interessò a tanti ambiti diversi, persino apparentemente molto lontani dal suo campo di lavoro. Era, insomma, un uomo che viveva pienamente il cosiddetto “mondo delle idee”. Per questo immenso contributo che diede alla cultura, in generale, viene considerato uno dei maggiori intellettuali del XX secolo.

Con i veri artisti, Albert, aveva in comune un paio d'aspetti: una sana e positiva “follia” di fondo, ed una vita che non è stata sempre facile... Egli, infatti, come tutte le persone e famiglie di origine ebraica, subì le persecuzioni di Adolf Hitler e del Nazismo. Nel 1933, per sfuggire ad un ambiente che si era fatto invivibile, espatriò negli Stati Uniti (da dove non fece mai più ritorno). C'è un episodio che, a tal proposito, si narra... Alcuni raccontano che, nel momento di compilare il modulo per poter sbarcare negli Usa, alla voce “razza” scrisse “umana”. Ora... Questo aneddoto, probabilmente, è falso. Tuttavia, il motivo per cui è iniziato a girare è dovuto al fatto che Einstein era talmente “pacifista” e “anti-razzista” che la vicenda avrebbe anche potuto essere realistica... Ovvero: da uno come lui, ci si poteva benissimo aspettare che scrivesse una cosa simile!

La sua filosofia del Mondo, e della Vita, rimase sempre fedele e coerente (su qualunque campo, ed argomento). Riguardo alla bomba atomica, ad esempio, prese una posizione molto netta... Seppur, inizialmente, fu ispiratore e sostenitore della sua costruzione, nell'immediato dopoguerra chiese a gran voce un disarmo nucleare mondiale. Pronunciò anche una frase che, ancora oggi, risuona come terribile presagio:

«Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale. La Quarta, però, verrà combattuta con pietre e bastoni».

Un altro aspetto che mi ha sempre affascinato di quest'uomo, era la sua concezione del rapporto fra Fede e Scienza. Einstein non era credente... Allo stesso modo, però, non era nemmeno ateo. Diciamo che, ai giorni nostri, probabilmente banalizzando, lo si ascriverebbe alla “categoria degli agnostici”. Tuttavia, aveva una visione della Realtà talmente particolare che continua ad essere oggetto di discussione fra gli studiosi.

Fu quasi certamente da questa sua “religiosità personale” che nacque l'idea armonica della convivenza fra Mente e Anima. Infatti, a tal proposito, disse:

«La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca».

A mio avviso, è stato soprattutto in questo che lo scienziato si è rivelato profondamente rivoluzionario e attuale. L'Umanità, infatti, da secoli, si divide fra credenti e non. Questa “divergenza di opinioni”, spesso, porta a conflitti molto gravi e laceranti del tessuto sociale. Da una parte ci sono gli uomini di Fede, o pseudo-tali, che vedono la Scienza quasi come uno strumento del Demonio. Dall'altra, i “fanatici atei” (a me piace definirli così) che elevano la stessa a “divinità terrena”.

Personalmente, credo che la Ragione - con tutte le conoscenze/scoperte/tecnologie che ne derivano - sia uno strumento in mano all'Uomo... Esattamente come ogni strumento, quindi, tutto deriva dall'uso che se ne fa! Con una scoperta scientifica puoi creare soluzioni migliorative della vita delle persone come, allo stesso modo, progettare armi terribili che minano quella stessa vita. E' un po' come Internet: se qualche idiota ne fa un uso deleterio, non è un buon motivo per bandirlo dalla faccia della Terra...

Nel medesimo tempo, però, bisogna anche riconoscere che la Scienza - allo stato attuale - non riesce a spiegare tutto. E' limitata... Necessita dunque, sempre, di un supporto umano/spirituale (attenzione a non confondere “Spiritualità” e “Fede”) per potersi esprimere al meglio. Ciò che ritengo rivoluzionario è che, ad affermare ciò, sia stato uno come Einstein: attore di primissimo piano, nonché “parte in causa diretta”, di uno dei due “fronti”.

Insomma... Se l'Umanità imparasse a convivere con pochi principi di partenza, basati sul lavorare per il bene comune, e rispettare sempre la libertà personale di ciascuno, tanti dei conflitti sociali che vediamo scomparirebbero.

Infine, per concludere, voglio citarvi un'altra manciata di frasi di Albert che mi hanno sempre colpito per la loro lungimiranza e costante attualità (augurandomi che, almeno queste, fra le molte false attribuitegli, siano vere):

E' più facile spezzare un atomo, che un pregiudizio...”

Ci sono solo due cose infinite: l'Universo, e la stupidità umana... E della prima, non sono sicuro!”

La mente è come un paracadute... Funziona solo se si apre!”'

Anima Blu

venerdì 24 marzo 2017

Le mie Opere del Cuore (2)

Dopo lo scorso articolo, continuo a raccontarvi - “a modo mio” - alcuni quadri che amo molto.

Guernica – di Pablo Picasso

... Avete fatto voi quest'orrore, Maestro?”

No, è opera vostra!”

Questa è la risposta che si dice Pablo Picasso abbia dato ad un ufficiale tedesco in visita al suo studio, dopo l'esclamazione di quest'ultimo alla visione di “Guernica”. “Guernica” è una delle opere più famose di quel genio assoluto, ed innovatore, che fu Picasso. Venne realizzata in onore, e memoria, dell'omonima città spagnola bombardata nell'aprile del 1937.

In essa, sono rappresentate alcune figure (persone, animali, edifici) completamente straziate dalla violenza cieca e brutale del bombardamento. La scena costruita dall'artista è di una potenza, e drammaticità, veramente notevoli: gli sguardi vitrei (persi nel vuoto), le forme deformi, il caos ed il disordine, le grida di dolore e di disperazione che paiono levarsi dalle bocche dei soggetti rappresentati, sono quanto di più realistico e tremendo si possa associare ad una scena di guerra.

Per questo, “Guernica” è un capolavoro assoluto. E', fra tutte le opere realizzate nella storia (fino ad oggi), quella in cui l'impegno civile applicato all'Arte si mostra nella sua migliore ed efficace espressione. Del resto, è anche il quadro emblema di un artista (Picasso, per l'appunto) che ha fatto del suo “schierarsi” nelle scelte morali e democratiche del proprio Tempo un grande punto di comunicazione artistica.

Oltre a tutte queste cose, però, “Guernica” è anche e soprattutto tremendamente attuale. Credo, infatti, che il messaggio principale di quest'opera sia quello di invitare l'osservatore a fermarsi a riflettere sulla “disumanizzazione” che la guerra porta con sé. Il nostro cosiddetto Mondo “civilizzato”, da una ventina di anni a questa parte, è immerso in un lungo e sordido conflitto internazionale (quella che, in maniera molto lungimirante, Papa Francesco ha definito “la terza guerra mondiale, combattuta a pezzi”).

In questi vent'anni, siamo stati abituati a sentire tante (troppe) definizioni sulla guerra: guerra “preventiva”, guerra “santa”, guerra “che porta la democrazia”... In realtà, io credo che l'unica cosa che una guerra (o un atto terroristico) possa portare con sé è solo morte e disperazione.

Ecco, dunque, che “Guernica” diventa Sarajevo, Baghdad, o Aleppo dei giorni nostri. Ecco che l'Arte “impegnata”, anche se creata decenni e decenni addietro, continua ad essere cronaca e monito per gli uomini di ogni Tempo. Ciò che manca, nel nostro Mondo moderno, è forse proprio questo: voci di impegno civile, e sociale, che si alzino dall'universo culturale... La nostra Società, immersa com'è in tutti i suoi problemi, ha un enorme bisogno di artisti che parlino alle coscienze “addormentate” dei propri concittadini. Per carità... Alcuni che lo fanno, per fortuna, ci sono. Tuttavia, a parer mio, sono sempre troppo pochi. La nostra realtà attuale, ad esempio, necessita disperatamente di “poeti” che parlino e denuncino ancora l'assurdità della guerra (ahimè, non è anacronistico o fuori luogo farlo).

Certo... L'idea di pensare di eliminare totalmente i “conflitti” dalla vita dell'Uomo è un'utopia. Tuttavia, sono gli ideali a tenere in vita, e a sospingere in avanti, l'Anima delle persone. L'Arte, e più in generale la Cultura, servono soprattutto a questo: nutrire, o quantomeno salvaguardare, le utopie a cui il Mondo non pensa più.

Al di là dell'essere artisti o meno, però, ciascuno di noi può fare qualcosa (nel suo grande/piccolo): la Pace, infatti, non sta soltanto nel non avere guerre nel Mondo. La Pace, quella più vera ed autentica, risiede soprattutto nel rapporto che abbiamo con noi stessi e con le persone che ci girano attorno. Dunque, tutti possiamo contribuire a costruire un Mondo con meno conflitti... Come? Creando “rapporti di Pace” nella nostra realtà circostante, ed imparando a conoscere e conoscerci (… magari con l'aiuto dell'Arte che, anche in questo ambito, gioca un ruolo fondamentale e preziosissimo)!

Anima Blu