giovedì 17 dicembre 2015

Le radici del Male (2)

Nemmeno un anno fa, a gennaio, scrissi l’articolo “Le radici del Male” (potete rileggerlo qui: http://animabluartista.blogspot.it/2015/01/le-radici-del-male.html ). Le parole ed i pensieri di allora scaturirono, impetuosi, dopo l’attentato alla rivista “Charlie Hebdo” e al supermercato Kosher a Parigi. 

Quell’articolo si apriva dicendo così: “Questo 2015 è cominciato, davvero, nel peggiore dei modi”. Ora possiamo dire: “E’ cominciato male, e sta finendo ancora peggio”. Infatti, credo che quasi nessuno avrebbe immaginato che, nemmeno dopo un anno, sarebbe accaduto di nuovo tutto quanto: stesso posto, stessa matrice, molto più amplificato (è proprio vero che la realtà, certe volte, supera la fantasia).

In queste settimane, mi sono frullati mille e più pensieri/considerazioni diversi in testa (a volte, anche con sentimenti contrastanti fra loro). Proverò ad esporveli nella maniera più chiara possibile. Prima d’iniziare, però, vorrei fare una precisazione: ciò che penso non è, nemmeno per me, verità e/o certezza assoluta. Siamo in un periodo storico unico, con dinamiche talmente sconosciute e particolari, che possiamo definirci soltanto “persone che camminano, bendate, in un ambiente buio”. Per questo motivo, credo che qualunque idea possa avere un senso solo se considerata come “ipotesi”. In questo periodo, c’è la corsa a chi ha la soluzione e la risposta giusta per tutto. Ecco, io preferisco fare subito “outing”: non ho certezze alcune, né risposte definitive. Pertanto, prendete ogni cosa che dirò “con beneficio d’inventario”... Esattamente come faccio io.

Dunque… Il primo pensiero, immediato, che ho fatto è stato: di nuovo a Parigi!? Come dicevo prima, credo che quasi nessuno avrebbe immaginato potesse accadere di nuovo – in così breve tempo - ciò che era già capitato solo qualche mese addietro. Tutto, inoltre, si è ripetuto con dinamiche ed esiti molto più gravi. Permettetemi di dire che è naturale venga da pensare: come diavolo lavorano i servizi d’Intelligence francesi? In teoria, dopo quanto accaduto a gennaio, gli 007 d’oltralpe avrebbero dovuto stare con occhi ed orecchie spalancati. Invece, a quanto pare, gli è sfuggito qualcosa di molto serio da sotto il naso. Per carità, non sono un esperto in materia… Magari è anche “fisiologico”, passatemi il termine, che non si possa tenere esattamente “tutto sotto controllo”. Tuttavia, fossi un francese sarei un tantino incazzato dopo quello che è successo. Personalmente, mi sarei aspettato che “saltasse qualche testa” (sì, lo so… Non è una definizione particolarmente “felice”, di questi tempi). Invece, a quanto pare, niente.

Il secondo pensiero è stato: di nuovo a Parigi? Come mai, cioè, viene presa così di mira la Francia? Voglio dire: l’Isis, o Daesh (personalmente, credo sia preferibile chiamarlo con questo secondo nome. Con il termine Isis, infatti, gli si attribuisce una veste che non deve avere – quella di Stato – e lo si associa direttamente all’Islam – proprio ciò che, a mio avviso, non bisogna fare), minaccia quasi tutti i Paesi europei… Perché, però, i suoi attentati riescono a concretizzarsi solo in Francia (fino ad ora, perlomeno)? E’ solo una questione di qualità di lavoro dell’Intelligence (se così fosse, significherebbe che quella dei nostri “cugini” è davvero la peggiore di tutta Europa), o ci sono dinamiche interne al Paese che gli altri Stati non hanno (o che hanno, ma in misura molto minore)? In Francia ci sono, circa, 6 milioni di musulmani… Mi domando: c’è qualcosa di serio che non funziona, nel loro modo d’integrare gli stranieri? In teoria, il modello della “laicità totale” dovrebbe essere il migliore per evitare radicalizzazioni di qualsivoglia genere… Tuttavia, così non pare essere. Lancio una provocazione: se, invece, fosse anche quel modello di Società a creare lacune e zone grigie? Personalmente, pur essendo agnostico, credo in uno Stato in cui non si escludono le religioni… Al contrario, penso che le Fedi vadano tutte rispettate ed integrate fra loro. Banalizzando la questione: io non sono per togliere i crocifissi dalle scuole… Al contrario, sono per aggiungerci la Mezzaluna islamica, l’immagine di Buddha, eccetera!

Tutto ciò, naturalmente, non può e non deve essere una qualsivoglia giustificazione per nessuno. La violenza, nel momento in cui diventa tale, è sempre e comunque sbagliata. Tuttavia, come scrissi nel primo articolo “Le radici del male”, credo sia fondamentale capire le motivazioni profonde che portano ragazzi nati e cresciuti qui ad abbracciare idee folli di persone con cui, in teoria, non dovrebbero avere nulla a che fare (se non le antiche origini). Personalmente, di tutta la questione complessa che ci troviamo di fronte, ciò che mi sconvolge di più è il fatto che ragazzi poco più ventenni – occidentali – decidano d’immolarsi sull’altare di un ideale così distorto e malato. Ciò su cui pochi stanno riflettendo, in questo periodo, è che il dramma che stiamo vivendo è, prima di ogni altra cosa, una QUESTIONE GENERAZIONALE. L’intensificarsi delle azioni criminali del Daesh in Occidente (e non solo), infatti, sta avvenendo grazie al contributo fondamentale di una generazione appena cresciuta… Una generazione che, solo pochi anni fa, era ancora troppo piccola per poter fare alcunché. Una generazione senza la quale, forse, non staremmo vivendo gran parte delle cose terribili che vediamo. Tutto ciò, a parer mio, è sconvolgente ed inconcepibile…

In queste settimane, mi sono chiesto incessantemente: cosa può scattare nella testa di un giovane uomo o donna, con l’intera Esistenza davanti ed infinite possibilità di realizzarsi come persona (in quanto Occidentale), per decidere di porre fine alla propria Vita in questo modo? Tutto ciò ce lo si potrebbe aspettare da gente matura, quarantenni o cinquantenni, nati in altre Realtà e mai effettivamente integrati nei nuovi Paesi… Gente che, magari, ha visto la guerra e le “nefandezze occidentali” perpetrate nelle proprie Terre… Gente che serba odio e rancore, che pensa di aver vissuto abbastanza per potersi “immolare” nel nome di un “Amore” perverso. Invece niente. Quelle generazioni, a parte qualche attività d'indottrinamento, non fanno assolutamente nulla. I ventenni, invece, si fanno saltare per aria. Si ammazzano.

Sì, credo che la parola fondamentale sia questa: ammazzarsi. Infatti, se andiamo alla radice della questione, se togliamo tutte le sovrastrutture di pensiero (ideali sballati, religione, eccetera), ciò che ci troviamo di fronte è una cosa sola: suicidi. Certo, mi potreste rispondere che non è esattamente la stessa cosa: se ti uccidi, ammazzi solo te stesso… Non provochi altre morti. Tuttavia, in questo momento, non sto parlando dell’aspetto “sociale” della questione. Sto cercando di mettermi, per quanto possa apparire uno sforzo stupido, nella testa di un ragazzo che sta per farsi saltare in aria… Credo che, alla fine di tutto, nel momento in cui stai per togliere le sicure alla tua cintura esplosiva, tu non possa fare altro conto se non con il fatto che ti stai togliendo la Vita. In quel momento, non esistono religioni o altre stronzate. In quel momento, ci sei solo tu che fai i conti con te stesso e con la tua Esistenza. Infatti, a supporto di ciò, pare che uno dei giovani del commando di Parigi (Abdeslam Salah) abbia avuto un ripensamento dell’ultimo minuto e sia fuggito.

Ecco… Il punto su cui psicologi e sociologi, a mio avviso, dovrebbero passare i prossimi anni a studiare e riflettere è proprio questo: cosa spinge un ventenne ad arrivare fino in quel punto preciso, per poi addirittura superarlo? Personalmente, naturalmente, non ho una risposta. Tuttavia, rilevo che il profilo che emerge di questi ragazzi è sempre lo stesso: persone nate e cresciute qui (a dispetto di continua a puntare il dito, consapevolmente in errore, contro l’immigrazione di questi ultimi mesi), spesso con caratteristiche di soggetti “borderline”. L’aspetto interessante è anche che, quasi sempre, sono giovani lontani da un’educazione islamica integralista… Perlomeno, fino ad un certo punto della loro Vita. La ragazza della cellula (Hasna Aitboulahcen), ad esempio, veniva definita dagli amici “cowgirl”: fumava, beveva, e indossava abiti occidentali (compreso il cappello da cowboy… Da qui il soprannome). Su Salah, il fuggitivo, si dice addirittura frequentasse locali gay e facesse uso di sostanze stupefacenti. Insomma, gente non particolarmente religiosa o credente. A vederla così (ribadisco: siamo sempre nel campo delle ipotesi) parrebbe che l’ideologia estremista subentri solo ad un certo punto, come unico sbocco e miccia scatenante di un odio a lungo covato e represso (… odio verso l’Occidente, in cui sono stati allevati e cresciuti?).

La prima risposta che verrebbe da dare è che, pur essendo persone nate e cresciute qui, sono ragazzi mai effettivamente integrati. Sicuramente non si tratta di una risposta sufficiente per giustificare tutti quei morti (non tutti i giovani che hanno problemi esistenziali si danno alle stragi. Tuttavia rilevo che, facendo le giuste e dovute differenze, anche i nostri giovani stanno vivendo un dramma profondo e molto grave all’interno delle loro generazioni. Seppure i media e la Società non amino raccontarlo, sono convinto che anche nei “nostri” ragazzi sia in atto una sorta di “suicidio di massa silenzioso”). Una riflessione, però, la si potrebbe fare sul tema dell’integrazione “emotiva” (passaggio ancora più stretto e profondo rispetto alla più semplice integrazione “sociale”). Magari non c’entrerà nulla con il fenomeno a cui mi sto riferendo… Tuttavia, credo che metterla in pratica potrebbe portare solo risultati positivi.

Mi spiego meglio… La nostra Società occidentale, volente o nolente, è ormai diventata multietnica e multiculturale. Nei fatti di tutti i giorni è così. Nel modo di essere e di pensare, però, pare non essersene ancora resa pienamente conto. Continuiamo a comportarci come se fossimo tutti bianchi ed europei. E’ l’esatto opposto rispetto a chi teorizza la fantomatica “sottomissione” dell’Occidente, nei confronti delle cosiddette “popolazioni ospiti” (in primis la buon’anima di Oriana Fallaci, a cui mi perdonerete se continuo a preferire un certo Tiziano Terzani). Il punto è che noi non siamo in grado di provare “empatia” con chi vive presso di noi… Non riusciamo a sentirci tutti un unico grande popolo, un’unica grande Comunità costituita da mille diversità (ciò che, ripeto, è già nei fatti). Certo, non riescono a farlo nemmeno gli stranieri verso di noi… Come tutte le diversità e minoranze, tendono a ghettizzarsi ed autoescludersi. Tuttavia, “toccherebbe farlo a noi per primi... In quanto, passatemi il termine, siamo i “padroni di casa”. Attenzione, però: non si tratta di togliere i crocifissi, non fare il presepe, o annullare la nostra identità per non offendere la sensibilità altrui (fatto salvo che siamo, e dobbiamo essere, uno Stato laico). Al contrario… Si tratta di “aggiungere”, a ciò che noi già siamo, il rispetto e la conoscenza dei pensieri e delle tradizioni di chi vive accanto a noi!

Faccio un esempio: nei giorni scorsi, alcuni ragazzi di origine islamica si sono rifiutati di osservare il minuto di silenzio per le vittime di Parigi… La loro motivazione è stata: facciamo minuti di silenzio per cento morti francesi, e non per le migliaia di persone che muoiono negli altri Paesi (spesso per causa, se non addirittura per mano, dell’Occidente)! Beh... 
Permettetemi di dire che, dal loro punto di vista, hanno ragione da vendere. Io stesso, ad esempio, mi domando perché migliaia di morti affogati nel nostro mare (uccisi dall’ingiustizia e dall’indifferenza) non abbiano diritto nemmeno ad un millesimo dell’attenzione che si riserva ad altri caduti in terra europea. Certo, sono cosciente del fatto che sia “naturale" provare più dolore e sdegno per l'uccisione di 100 francesi che di migliaia di altre persone sparse per il Mondo (del resto, se muore mio padre soffro certamente di più che se muore il mio vicino di casa…). Tuttavia, per chi ha origini etniche diverse (e non solo per loro) questo "doppiopesismo" può apparire inconcepibile ed ingiusto. Badiamo bene che non è questione di poco conto: certi "dettagli" (che poi tali non sono), se uniti ad altri fattori, possono avere un ruolo determinante nella "radicalizzazione" di certe persone.

Questo, naturalmente, non giustifica (e forse nemmeno spiega) le azioni terroristiche di chicchessia. Tuttavia, non sarebbe sbagliato iniziare a mettere in pratica un'integrazione reciproca effettiva: sia sociale (ad es.: diritto di voto per chi paga le tasse nel Paese in cui vive), che emotiva. Soprattutto emotiva. Dobbiamo imparare, a partire dalla scuola e dalle nuove generazioni, a provare “empatia reciproca” per il dolore e per le gioie dell’Altro.

(Continua…)

mercoledì 20 maggio 2015

La bellezza dell'Arte...

Spesso, grazie alle attività che svolgo, mi capita di prendere parte ad appuntamenti culturali in cui, con molta semplicità, si raggiungono altissimi livelli di performances artistiche. Questo mi conferma, ogni volta, un'idea in cui credo molto: l'Arte ha bisogno di poco, o nulla. L'Arte è quella Realtà, astratta ed intangibile, che si può concretizzare ovunque… E' un velo sottile, impercettibile, che appena tocca terra si trasforma in un fiume impetuoso e fragoroso. E' un fiore che sboccia ogni qualvolta l'Artista desidera farlo rinascere. E' un libro che, non appena lo apri ed inizi a leggerlo, ti spalanca le porte di un'altra Dimensione (al contrario, quando è chiuso, non disturba e non obbliga nessuno…).

Questo è ciò che più amo dell'Arte: il piccolo, grande, “miracolo” che si ripete ogni qualvolta essa viene creata o presentata al pubblico… Così può succedere che anche dentro ad un piccolo e raccolto anfiteatro, con davanti a te qualche decina di persone, un microfono ed alcuni amplificatori, l'Arte riesca comunque a librarsi in tutta la sua magnificenza.

Tutto ciò, a mio avviso, è anche un insegnamento per la nostra Società… Il Capitalismo, e la logica del “profitto a tutti i costi”, sono riusciti a piegare buona parte del mondo della Cultura all'idea che anche ciò che è Arte vada imprigionato in mille fronzoli e complicazioni. In questo modo, fra gli “addetti ai lavori”, si è diffusa l'idea che non si possa fare “Poesia” senza grandi capitali… Il risultato finale è che vengono considerati degni di nota solo i cosiddetti “grandi eventi culturali”, con personaggi illustri e ingaggi milionari. Questo, per fortuna, non è l'unico modo di fare Arte…

Seppur può essere molto emozionante salire su un grande palco, con di fronte a te migliaia di persone, lo è altrettanto guardare negli occhi ogni singolo componente del pubblico, in uno spazio piccolo e confortevole… Cosa c'è di più poetico del riuscire ad ascoltare, in silenzio, il rumore del respiro di chi è venuto ad ascoltarti? Nulla.

Questa è la bellezza del riuscire a fare Arte dovunque, comunque, in semplicità (in un Mondo che, magari, va nella direzione opposta).

… Buona Arte a tutti!

Anima Blu

Chiunque fosse interessato ad organizzare un mio evento artistico, può scrivermi all'indirizzo info@animablu.eu . Maggiori info su www.animablu.eu .

lunedì 19 gennaio 2015

Le radici del Male...

Questo 2015 è cominciato, davvero, nel peggiore dei modi. Le vicende di Parigi hanno macchiato di rosso sangue l’inizio di un nuovo Anno che un po’ tutti speravamo migliore dei precedenti. C’è sicuramente tempo per rimediare… Tuttavia, se il buongiorno si vede dal mattino, non s’intravede nulla di buono all’orizzonte.

La prima riflessione che ho fatto di fronte a quanto successo in Francia è la solita, se volete un po’ banale e scontata, che mi viene ogni qualvolta mi ritrovo davanti alla cattiveria dell’Essere umano: che gran teste di cazzo che siamo! Viviamo in un Mondo meraviglioso, ricco di ogni ben di Dio… Siamo, noi stessi, protagonisti di un vero e proprio “miracolo vivente”… Eppure, nonostante ciò, “perdiamo tempo” nel generare mostruosità assurde ed inimmaginabili (sia come pensieri, che come azioni). E’ davvero pazzesco…

Oltre a ciò, mi sono sorte anche alcune considerazioni un po’ più specifiche rispetto ai fatti accaduti. Prima di esporvele, però, faccio una doverosa premessa (onde evitare fraintendimenti o manipolazioni)… Ciò che hanno compiuto i fanatici di Parigi non ha alcun tipo di “giustificazione” o “logica”. L’azione violenta, dal momento in cui diventa tale, è sempre e comunque sbagliata. Lo so che è stupido e banale dirlo… Tuttavia, su temi delicati come questo, è sempre meglio esser chiari.

Ciò su cui vorrei ragionare è il contesto da cui sono partiti i terroristi. A mio avviso, è sempre importante riuscire a cogliere le radici e l’humus in cui crescono taluni fenomeni. So che, ad alcuni, potrebbe apparire come un “discorso inutile”… La frase più immediata è: “erano dei pazzi invasati”. Punto. Fine. Intanto, fossero anche dei “pazzi” (termine che può comprendere un po’ tutto), sarebbe interessante comprendere il percorso che li ha fatti diventare tali (credo che anche di fronte ad un serial killer folle, si cercherebbe di capire il perché e il per come della sua follia). Inoltre, non riuscire a capire le radici di certe “pericolose devianze” pregiudica anche il trovare le giuste soluzioni.

In questi giorni ho sentito spesso dire che si tratterebbe di un “attacco all’Occidente” da parte di estremisti islamici che vogliono portare le loro “idee” da noi, e che l’unica soluzione sarebbe “fermare l’immigrazione”. Credo che questo discorso si scontri con la realtà dei fatti… Tutti i terroristi coinvolti nelle azioni dei giorni scorsi erano immigrati di “seconda generazione”. Sono ragazzi nati e cresciuti a “pane ed Occidente”. Diciamo che più che un “attacco all’Occidente”, potremmo forse definirlo un “fallimento dell’Occidente”. Per carità: non è per dire che è colpa nostra (la colpa è sempre e solo di chi commette certe atrocità)… Tuttavia, è la realtà dei fatti che ci dice che non si trattava di “trogloditi” cresciuti nelle grotte, fra le capre (a cui, magari, poteva apparire “demoniaco” il nostro stile di Vita). Queste erano persone cresciute con la nostra “civiltà” (… uno dei due fratelli Kouachi era un rapper! Non so se vi rendete conto…). Nonostante conoscessero bene il nostro Occidente, però, hanno preferito sposare le idee folli di gente che viveva a migliaia di chilometri da loro (con cui non condividevano nulla, se non le antiche origini). Credo che qualche domandina in merito, se non siamo proprio stupidi, ce la dovremmo fare.

I contorni della vicenda non sono del tutto chiari… Tuttavia, la storia dei terroristi (in particolare quella dei fratelli Kouachi), pare essere quella dei classici soggetti “borderline”. Ragazzi mai effettivamente integrati (seppur nati qui), con un passato nella micro-delinquenza, che finiscono per dare un “senso allucinante” alla loro Vita con il martirio. Questa è la realtà dei fatti. Magari non c’entrerà nulla con i loro percorsi, ma è indubbio che la nostra Società crea tantissime lacune e vuoti a perdere… I quartieri “ghetto”, la “macchia” di essere sempre uno “straniero”, la totale mancanza di idealismo nella nostra Società (una realtà in cui si muore senza aver vissuto – viviamo solo per produrre e consumare – può trovare il parallelo in una dove si muore per un ideale, seppur malato e perverso), possono fare da cornice al nascere di fenomeni deviati come quelli appena conosciuti.

Lo ripeto ancora una volta: questa non può, e non deve essere, una qualsivoglia forma di “giustificazione” per nessuno. Tuttavia, può essere una strada per comprendere talune dinamiche, e trovare risposte appropriate. Sarebbe infatti perfettamente inutile intestardirsi sul bloccare l’immigrazione, se il “problema” fossero i ragazzi nati e cresciuti qui. Cosa faremmo, in quel caso? Butteremmo fuori dai nostri confini europei milioni d’immigrati di prima e seconda generazione? E’ evidente che la soluzione non può essere questa.

Un’altra riflessione che mi è scaturita riguarda l’episodio specifico della strage al giornale satirico “Charlie Hebdo”. Ulteriore, doverosa, premessa: l’uccisione di dodici persone a sangue freddo è un atto infido, ripugnante, e bastardo. E’ inutile dire che si condanna tutto, senza se e senza ma. Oltre alla condanna, però, si è voluto trasformare i vignettisti di “Charlie Hebdo” in degli eroi, e dei “simboli” della nostra civilizzazione. Legittimo. Personalmente, però, non sono d’accordo. Pur provando un immenso dolore per la loro morte (come per quella di qualunque altro Essere umano ucciso), non credo fossero degli “eroi”. “Charlie Hebdo” era, ed è, un giornale con un obiettivo specifico (fra i molti… Taluni anche condivisibili): il “diritto all’insulto”, e alla “blasfemia”. Lo hanno ribadito, con onestà, anche in questi giorni. La “filosofia” che muove le loro vignette è che le religioni in quanto tale sono un Male assoluto… Per questo motivo, ritengono di avere il diritto d’insultare Dio (in ogni sua declinazione: cristiana, musulmana, eccetera). E’ un Pensiero assolutamente legittimo. Tuttavia, dire “Je suis Charlie” significa esattamente questo (ciò che in molti, in questi giorni, non hanno forse capito…).

Personalmente, non sono credente. Mi definisco “agnostico”. Credo che le religioni abbiano lacune, sbagli di fondo, ed ipocrisie varie (senza parlare dell’uso strumentalizzato che ne ha fatto l’Essere umano…). Tuttavia, non sposo affatto l’idea che un Mondo senza religioni sarebbe un posto migliore in cui vivere. Anzi. C’è in atto una sorta di “fanatismo ateo” che vuole il dominio della “razionalità” come soluzione a tutti i nostri problemi (vedasi anche il successo riscontrato da quelle “svitate” delle Femen…). Io credo che le religioni, nonostante gli aspetti sopracitati, siano comunque qualcosa di positivo. Tutte, di fondo, hanno un elemento molto importante ed utile: la spiritualità. La Fede, se vissuta in modo sano, spinge sempre l’Uomo ad essere un soggetto migliore, e a vivere in Pace con i suoi simili. Bisogna anche ricordarsi che la religione è uno strumento! Tutto sta nell’uso che se ne fa. E’ un po’ come Internet: lo puoi usare per arricchire la tua sete di conoscenza, o per sfogare la tua rabbia e frustrazione (se taluni lo utilizzano male, non è un buon motivo per bandirlo dalla faccia della Terra!?). Inoltre, spesso tendiamo a confondere ciò che gli uomini di Fede fanno, con ciò che effettivamente la Fede dice...

Purtroppo, non riesco a simpatizzare con “Charlie Hebdo” nemmeno come “artista” (per chi non lo sapesse, la mia attività principale è la pittura…). Proprio alcuni giorni prima dei fatti tragici di Parigi, ero stato invitato ad intervenire in un evento in cui si parlava di “arte” ed “impegno sociale”… In quell’occasione, ragionai sul fatto che chi fa Arte ha una grandissima “responsabilità civile”. L’Arte, infatti, ha un’arma segreta e potentissima: arrivare alla parte più profonda ed inconscia di noi stessi, utilizzando le ali della leggerezza e dell’estetica. E’ uno strumento micidiale (un po’ come la religione): può creare ponti e climi di pace, come contribuire ad innalzare muri e pregiudizi. E’ indubbio che “Charlie Hebdo” faceva, anzi fa, parte della seconda categoria (perlomeno una parte della sua linea editoriale…). Lo ripeto ancora una volta: ciascuno è libero di fare Arte come vuole (e, soprattutto, non deve essere nemmeno lontanamente minacciato per questo… Figuriamoci altro…). Tuttavia, trovo quantomeno azzardato dipingere quei vignettisti come dei “modelli”. Personalmente, non riesco a trovare nulla di “educativo” (o anche solo di “simpatico”) nel rappresentare la Trinità che si sodomizza a vicenda, o nel mostrare Maometto con le chiappe al vento (anche se per me la Trinità, o Maometto, possono non significare assolutamente nulla). La verità è che molte vignette erano assolutamente stupide, volgari, e inutili (dico questo pur portando il massimo rispetto UMANO per chi ci ha rimesso la Vita nel disegnarle).

Certo, possiamo anche decidere di nominare il “diritto alla blasfemia” come “fiore all’occhiello” della nostra Civiltà occidentale (mi piacerebbe solo capire come si potrebbe conciliare con le “radici cristiane dell’Europa”, che amiamo tanto sventolare…). Personalmente, però, credo che l’Occidente (nonostante i mille difetti che lo caratterizzano) abbia conquiste e valori ben più interessanti da rivendicare (senza considerare il fatto che affermare il “diritto alla blasfemia” apre scenari molto complessi… Perché, ad esempio, posso insultare Dio, e non il Presidente della Repubblica? In Italia, quando parli di Capo dello Stato, basta molto meno di una vignetta per essere accusati di “vilipendio”!?).

Un’ultima considerazione… I terroristi islamici, l’Isis, Al Qaeda, sono realtà assolutamente orribili. Tuttavia, a chi dice che “tutti i terroristi sono islamici” (citando Oriana Fallaci… Pace all’Anima sua), vorrei solo ricordare la storia di un certo Anders Breivik: era bianco, biondo, e nel 2011 uccise 77 persone nel nome del “Cristianesimo” (in Norvegia). Purtroppo, non ricordo la stessa bellissima sommossa e commozione di questi giorni. Non c’è stata nessuna marcia dei Leader mondiali, e nessun slogan accattivante. Perché? I morti non son forse tutti uguali? Forse sono gli assassini ad essere diversi. Certo, Breivik era uno di noi… Bianco (cosa fai: manifesti contro te stesso?). I fratelli Kouachi, invece, no (nonostante fossero nati e cresciuti a Parigi).

Inoltre, ricordiamoci che il terrorismo non è l’unica atrocità che si può commettere. Loro sgozzano, si fanno saltare in aria, e prendono ostaggi. Noi, i “civilizzati”, utilizziamo droni, bombe “intelligenti” al fosforo, e proiettili all’uranio impoverito (si sono ammalati, e sono morti, anche i nostri militari… Ricordiamocelo sempre). Loro lo fanno sotto casa nostra (e se son lontani, son così esibizionisti da riprendersi per mostrarcelo). Noi lo facciamo lontano dagli occhi (e camuffiamo il tutto da “missione di pace”).

La verità è che il sedicente Califfato/Stato islamico è la risposta atroce e terribile (utilizzerei il termine “nazista”) ad un Occidente che del Medio Oriente, e dell’Africa, ha sempre fatto “carne di porco”. Può anche non piacerci, ma è così. In quei territori abbiamo fatto di tutto e di più: colonizzazioni, appoggio esplicito a Dittatori compiacenti (fatto salvo il buttarli via, quando non ci “servivano/piacevano” più), semina di odio (quante guerre abbiamo aizzato, finanziato, ed armato in Africa? Abbiamo sempre messo gli uni contro gli altri, per poter avere “campo libero”), invasioni armate, eccetera eccetera. Tutto questo solo per un motivo: avere sempre garantite le “risorse” che non abbiamo (petrolio, e compagnia bella). L’Occidente non sarebbe MAI potuto essere quello che è stato nel “periodo del benessere”, se non si fosse comportato in questo modo. Potevamo, e potremmo ancora, essere onesti con noi stessi… Invece, continuiamo ad avere la spocchiosità ed arroganza di chi dice di far tutto ciò solo per donare agli altri “civiltà” e “democrazia”.

Intendiamoci… Chi sta dall’altra parte non è certo “santo” ed “immacolato”. Anzi. Tuttavia, è sempre meglio ricordare a noi stessi chi siamo “davvero”. Credo che prima di guardare le “travi” negli occhi degli altri (e ce ne sono…), sarebbe meglio guardare le nostre. Questo anche per capire quali possono essere le possibili soluzioni… Come dicevo prima: capire le vere radici del Male, aiuta a trovare la giusta cura.

In conclusione di tutti questi discorsi, credo una sola cosa… Questo è il tempo di gettare ponti, e non muri. E’ il tempo d’invocare, e costruire, la Pace. E’ proprio nei momenti più brutti, quelli in cui ti verrebbe d’istinto reagire male, che bisogna invece tirare fuori la parte migliore di noi. Mettiamo da parte l’odio, la violenza, l’arroganza, la presunta “superiorità morale”, le inutili provocazioni, ed iniziamo a migliorare noi stessi. Soprattutto, impegniamoci (ciascuno nel nostro piccolo) nel costruire un Mondo più equo e giusto… La disuguaglianza è la radice di (quasi) tutti i problemi.

Un abbraccio.
Anima Blu