Oggi
voglio soffermarmi su un tipo di figura che mi ha sempre affascinato:
quella del “rivoluzionario”. Parlare di rivoluzionari, ai giorni
nostri, può sembrare (anzi, probabilmente è) un “esercizio di
stile”… Un'operazione nostalgica, fuori dal tempo e dalla storia.
In realtà, credo che – mai come in questo momento – il Mondo
abbia un vitale bisogno di persone capaci di “tracciare, ed
indicare, nuove Vie”. Purtroppo, questo tipo di soggetti mancano
disperatamente all'Umanità… L'ultimo grande “rivoluzionario”
che ci è rimasto, forse, è Papa Francesco (per il suo modo di
essere pontefice, e per le idee coraggiose che porta avanti, credo
possa benissimo essere definito tale).
In
questo articolo, però, non voglio parlarvi di Jorge Mario Bergoglio,
bensì di quello che viene considerato “il padre di tutti i
rivoluzionari”: Mohandas Karamchand Gandhi, detto “il Mahatma”
(“grande Anima”). Gandhi, ovviamente, non ha bisogno di
presentazioni. Sintetizzando, e banalizzando, lo si ricorda come un
politico, filosofo ed avvocato indiano. L'aspetto per cui è
maggiormente conosciuto è stato il suo essere pioniere della
disobbedienza civile di massa, non violenta, come strumento di lotta
e di conquista di diritti negati. Grazie al suo impegno, strenuo e
totale, l'India è riuscita a conquistare l'indipendenza dalla Gran
Bretagna. Tuttavia, questo piccolo e gracile uomo, è stato talmente
tante cose belle – tutte insieme – che è davvero impossibile
riassumerle in poche righe.
Per
me, è un grande punto di riferimento… Un vero e proprio modello di
vita. A lui, ho dedicato uno dei quadri a cui sono più affezionato:
“Anima grande, Anima bella”. Come vedete nell'immagine,
nell'opera (un acrilico su tela) ho riprodotto diversi elementi…
Nella parte alta del dipinto, ho raffigurato la “parte brutta”
dell'India: i bambini, ed adulti, che vivono nella più estrema
povertà. Nelle periferie delle grandi metropoli, infatti, migliaia
di persone dormono per strada… Sotto ad un cartone o, come in
questo caso, dentro a dei grandi tubi di cemento. Nella parte bassa,
invece, c'è quella che considero la speranza dell'India: le sue
donne (in generale, credo che le donne siano una speranza per il
Mondo intero… Se non altro per il fatto che, fino ad ora, le redini
della Terra sono state tenute in mano dagli uomini). Al centro del
dipinto, Gandhi! Ho raffigurato il Mahatma su una specie di tappeto
volante… E' un po' come se dal Cielo, da un'altra dimensione, o da
dove preferite voi, continuasse a vegliare e a proteggere la sua
gente.
Fra
le molte massime di questo Maestro, quella che preferisco in assoluto
è: “Sii tu stesso il cambiamento che vorresti dal Mondo”. La amo
perché indica una strada che ciascuno di noi può percorrere, nel
proprio quotidiano: cercare di modificare quello che abbiamo intorno,
e che non ci piace. Non è necessario, infatti, essere persone
carismatiche o importanti per potersi definire “rivoluzionari”.
Non è nemmeno necessario compiere imprese memorabili, che rimangano
nella Storia. Tutti i giorni, possiamo compiere milioni di piccole
rivoluzioni… Basta solo avere il coraggio di esporre sempre le
proprie idee, di rifiutare di unirsi alla massa, e di opporsi a ciò
che riteniamo ingiusto o sbagliato (naturalmente, con umiltà ed
educazione). E' soltanto in questo modo che possiamo sperare di
cambiare, davvero, le cose. E' dal basso, dal tappeto di piccole
gocce che compongono il mare, che si trasforma e muta la complessità
del sistema che ci sovrasta.
Dunque,
sulla scia di Gandhi e di persone come lui, impegnamoci tutti quanti
a rendere il Mondo un posto migliore in cui vivere…
Anima Blu