Spesso,
come capita a tutti gli artisti, mi viene domandato a quale corrente
o periodo storico mi ispiri. Ogni volta, purtroppo, mi trovo in
difficoltà nel dover rispondere a questa domanda... Non c'è,
infatti, un movimento specifico a cui sento di rifarmi o che muove le
mie idee nel momento in cui creo. Ci sono, piuttosto, singoli artisti
(di stili, ed epoche, anche molto differenti) che mi hanno sempre
affascinato per le loro vite particolari e/o per il loro modo di
“fare Arte”. Ancora più dei pittori stessi, però, ci sono opere
specifiche che (fin da piccolo) hanno colpito la mia mente e nutrito
il mio immaginario poetico e creativo. Sono quadri unici, con una
vena profonda e messaggi immensamente vibranti. Eccone un paio...
L'urlo
– di Edvard Munch
«Una
sera passeggiavo per un sentiero... Da una parte stava la città, e
sotto di me il fiordo. Mi fermai, e guardai al di là del fiordo...
Il sole stava tramontando, le nuvole erano tinte di rosso sangue.
Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo.
Dipinsi questo quadro... Dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori
stavano urlando.»
Queste sono le parole,
bellissime e intense, che Edvard Munch ha utilizzato per descrivere
la sua opera più celebre. E' un quadro nato nel 1893 (cartone con
olio, tempera e pastello), realizzato in ben quattro versioni.
L'uso di colori irreali,
contrastanti, e dissolti, tende a voler alterare la realtà e i
soggetti... Il risultato finale è una scena dal forte impatto
psichico. Vi è mai capitato di fermarvi ad osservare, a lungo,
quest'opera particolarissima? Se sì, cosa avete provato? A me, come
credo un po' a tutti, provoca angoscia... In particolare, però, mi
fa nascere riflessioni e collegamenti con la vita e il mondo
contemporaneo (questo è un piccolo miracolo che solo la vera Arte
riesce a realizzare... Ovvero, essere profondamente attuale in ogni
epoca - anche a distanza di centinaia di anni dal momento in cui
viene creata).
In questa nostra Società,
a mio avviso, è molto facile ritrovare lo stato emotivo
dell'angoscia. Siamo immersi in una vita frenetica (all'apparenza
ricca di tutto), con milioni di altri esseri umani... In teoria, non
dovremmo mai sentirci soli! Eppure, quante volte vi è capitato di
sentirvi come l'uomo su quel ponte? Quante volte vi è capitato di
“urlare silenziosamente”, e di avere l'impressione che nessuno
sentisse il vostro grido? Ecco, dunque, che “L'urlo” (un'opera
nata nel 1900) diventa cronaca e fermo immagine perfetta del nostro
Tempo presente.
La mente umana, la
psiche, ed i rapporti sociali, sono un grande bacino d'ispirazione
artistica (forse ancora troppo poco utilizzato). Io stesso, seppur
maggiormente per i testi letterari, ne attingo a piene mani. Credo
che “L'urlo”, più di qualunque altra, sia l'opera che riesce a
rappresentare perfettamente e plasticamente uno stato mentale...
Penso, inoltre, che se ci
fosse un messaggio finale che tutti potremmo cogliere da questo
grande capolavoro, sarebbe quello di cercare sempre rapporti veri. In
questo nostro tempo, c'è un disperato bisogno di sincerità, onestà,
e amore “senza secondi fini” (tutti unici, e veri, antidoti
contro l'angoscia)...
Il
Quarto Stato – di Giuseppe Pellizza da Volpedo
Il
secondo grande “filone” che amo, nell'Arte, è quello
dell'impegno sociale e politico (non partitico). Fin da bambino,
forse anche complice il fatto di essere cresciuto nelle terre del suo
autore, ho sempre adorato il quadro “Il Quarto Stato”.
Quest'opera, un olio su
tela - attualmente conservato nel Museo del Novecento di Milano -, è
prepotentemente bella. L'immagine di una schiera di braccianti
agricoli che avanzano frontalmente, “capeggiati” da due uomini e
da una madre con il proprio figlio in braccio, ha intrinseco in sé
un qualcosa di epico e rivoluzionario!
L'artista, come noto, non
ha voluto rappresentare semplicemente uno sciopero dei lavoratori...
Ha riprodotto, piuttosto, il preciso momento in cui la classe operaia
(il “quarto stato”, per l'appunto) s'impone sulla scena. E'
l'istantanea, senza tempo, di tutti quegli “ultimi” che
rivendicano i propri diritti verso le “classi superiori”.
… Non
è forse, anche questa, una situazione che potrebbe essere stata
dipinta ai giorni nostri? La realtà che vivevano allora non ha molto
a che fare con la nostra? In questi ultimi anni, causa la crisi
economica, siamo stati spesso abituati a vedere immagini simili:
fabbriche che chiudono, lavorati cassintegrati (se non addirittura
licenziati), manifestazioni di piazza per gridare che si esiste e non
si è semplici pedine da usare e gettare via...
Questa, dunque, è
un'altra opera (come “L'urlo” di Munch, vista prima) quanto mai
attuale... E' stata dipinta nel 1901, ma i problemi di allora sono
gli stessi di sempre.
La Storia si ripete
uguale. Gli uomini, al contrario, non imparano mai nulla. Non
imparano dai propri errori. L'Arte, in questo campo, potrebbe giocare
un ruolo fondamentale: denunciare tutto ciò che non va, e indicare
possibili strade e soluzioni alternative.
Pellizza da Volpedo, in
merito, era molto lungimirante... Già da allora, infatti, auspicava
(anche, e soprattutto, attraverso la cultura) il progresso
dell'umanità verso la costruzione di una Società migliore.
A tal proposito, per
concludere, voglio citarvi una frase di questo grande Maestro... Essa
riassume perfettamente, in poche parole, tutto quello che ho cercato
di trasmettervi in un intero articolo:
“Non
è più il tempo di fare dell'Arte per l'Arte, ma di fare dell'Arte
per l'Umanità”...
Anima Blu
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