martedì 19 febbraio 2013

La lezione di Oscar... (2)

La notizia dell'arresto di Oscar Pistorius è stata davvero un triste “evento” per tutto il Mondo della cosiddetta “diversa abilità”.

Oscar, come ovvio, era un “esempio” di Forza, Determinazione, Coraggio, eccetera. Era l'esempio di come andrebbe affrontata e vissuta una “condizione di svantaggio”. A me, personalmente, non stupiva tanto per questo aspetto (chi vive la disabilità sulla propria pelle, sa benissimo che di Pistorius ce n'è a bizzeffe in giro per il Mondo... Magari nascosti e poco visibili ai media, ma ugualmente impregnati della stessa “forza di volontà”). A me piaceva per il suo modo di concepire la “disabilità”. Mi colpì positivamente quando decise, e riuscii, a gareggiare con i cosiddetti “normodotati” alle scorse Olimpiadi. La trovai una notizia “storica” (pari quasi alle dimissioni del Papa), e mi dispiacque molto per quanto poco venne sottolineata dal Mondo. Per questo motivo scrissi anche un articolo (che potete ri-leggere qui: http://animabluartista.blogspot.it/2012/08/la-lezione-di-oscar-e-altri-piccoli.html), in cui elencavo i motivi per cui l'impresa di Oscar era (a mio avviso) davvero importante.

Oggi Oscar è un assassino. Ha ucciso la sua compagna. Se verrà confermata l'accusa di omicidio volontario, la sua “buona stella” si eclisserà definitivamente (sempre che non si sia già eclissata). L'eroe positivo si è trasformato in eroe negativo. L'uomo “buono” si è trasformato in criminale.

I motivi per cui ha fatto questo gesto non sono chiari (e, francamente, nemmeno m'interessano). Probabilmente, come chiunque compie un'azione simile, Oscar non è riuscito a “sconfiggere” i suoi “demoni interiori” (traumi, mancanze, dolori, eccetera). Probabilmente, come molti grandi “campioni della Vita”, anche Pistorius aveva un suo “lato nero, negativo” (quello che la frivolezza dei media non mostra mai)... E quel lato, ora, è uscito allo scoperto nel peggiore dei modi.

Una cosa è certa: Oscar Pistorius è stato un “numero uno”, in tutti i sensi. E' stato uno di quelli che aprono le piste mai battute prima. Nel Bene, come nel Male. E' stato il primo disabile della Storia a gareggiare con i “normodotati”, così come è stato il primo disabile della Storia (noto) a compiere un omicidio. E da entrambi gli eventi, Oscar ci lascia due grandi “lezioni di Vita” (più o meno consapevolmente).

Il filo che lega le due “lezioni di Vita”, a mio avviso, è il medesimo: non esiste alcuna differenza fra “abili” e “disabili”. Lo so... Detta così può sembrare banale. Tuttavia, basta conoscere ed essere un po' addentrati nella Realtà della “disabilità” per comprendere quanto centrale sia ancora oggi questo problema.

La prima grande “lezione di Vita” che Oscar ci lascia è stata il suo voler gareggiare in un'Olimpiade “normale”... Con questo suo gesto, fra le varie cose, ha voluto dire BASTA alla continua relegazione dei disabili in situazioni ed eventi separati. Chi conosce e frequenta un pochino il cosiddetto “mondo dell'handicap”, sa benissimo come nella nostra Società ci siano “momenti” per tutti, e “momenti” per chi è portatore di handicap (nello sport come nell'Arte, nella politica come nel lavoro). Si tratta di un'abitudine assolutamente STUPIDA e VECCHIA, a cui va posta fine al più presto... Oscar, con la sua determinazione, ha dimostrato che certe barriere possono e devono essere superate.

La seconda grande “lezione” che ci lascia (questa sicuramente inconsapevole) è legata al terribile gesto che ha compiuto: l'omicidio della compagna. Proprio in questo periodo, stavo riflettendo sul fatto che nessun disabile (fino ad ora) era mai salito agli altari della cronaca per qualche fatto “estremamente grave”. La disabilità, nella nostra Società, viene o ignorata completamente, o esaltata fino all'estremo (grandi azioni compiute, grandi personaggi, grandi “forze di Volontà”, eccetera). Mi domandavo invece come avrebbe reagito, quella stessa Società, di fronte ad un'azione “riprovevole” e “disgustosa” compiuta da un portatore di handicap. Mi chiedevo se sarebbe stata pronta per affrontare una situazione simile, e se sì, come si sarebbe comportata... Avrebbe tentato di scusare il “disabile delinquente”, adducendo magari scusanti riconducibili proprio all'handicap del soggetto? O, al contrario, si sarebbe scatenata con grande cattività/odio repressi (come è accaduto con altri tipi di categorie “svantaggiate”, tipo gli immigrati)? Purtroppo, la mia curiosità è stata presto accontentata. Certo, è ancora presto per rispondere ai miei quesiti (osserverò con attenzione quanto accadrà, e riferirò magari in un prossimo articolo)... Per intanto, pur nella tragicità di quanto accaduto, rilevo che Oscar ci ha lasciato (ancora una volta) un'immagine “giusta” del soggetto disabile.

Sì, perché oggi il Mondo si divide in due categorie: quelli che pensano che i disabili siano degli “angeli”, e quelli che pensano che siano dei “diavoli”.

La prima categoria di persone ha l'immagine del portatore di handicap come di una sorta di “angelo del Signore”: asessuato, completante buono, incapace di compiere qualunque tipo di azione cattiva... Una grandissima STRONZATA!? Sì, perché ci sono un sacco di disabili che sono degli stratosferici “pezzi di merda” (me per primo, in certi momenti...), capaci delle peggiori nefandezze. Porre una persona su un livello “superiore”, solo perché fisicamente “diverso”, è uno dei più grandi errori che si possa fare. Va altresì detto che la visione “dell'angelo in carrozzina” è molto legata alla tradizione cristiano-cattolica. La Chiesa, infatti, ancora oggi, ha l'idea del disabile come di una sorta di “sofferente”, di “malato”... E per questo motivo, nell'immaginario di taluni uomini e donne di fede, l'invalido è una sorta di “prolungamento diretto” del Signore (incapace, quindi, di compiere peccato alcuno).

La seconda categoria di persone, al contrario, ha l'immagine del disabile come di una sorta di “povero represso indemoniato”. Vi posso assicurare che ho taluni amici che, nell'iniziare a frequentarmi, hanno ricevuto “accalorati” consigli a desistere nel farlo. Sono stati turlupinati da parenti preoccupati, che gli prospettavano momenti d'inferno al mio fianco. Le frasi tipiche sono: “quelli come lui sono intrattabili, perché hanno sofferto tanto nella Vita!”, “per un nonnulla danno in escandescenze”, “ne ho conosciuto uno, una volta, che urlava tutto il santo giorno!”. La stupidità e l'ignoranza di tali affermazioni non va nemmeno commentata.

Tuttavia, va detto che fra le due categorie la prima va per la maggiore (ossia, quella del “disabile sempre buono”). Questo anche perché, come già detto, i media continuano ad offrire un'immagine esclusivamente positiva della disabilità. Intendiamoci: va benissimo che sia così... Anzi, ben venga (io sono fra i primi che se ne “approfittano” in positivo di questa attenzione....)! Ciò che manca (o meglio, mancava), però, erano anche altre immagini della disabilità... Altre “facce della medaglia”.

Oscar, con il suo terribile gesto, ha aperto una nuova prospettiva sulla disabilità. Ha spalancato una finestra che, fino a questo momento, non era stata mai nemmeno “presa in considerazione”.

… Non cambia e non stravolge nulla, per carità. Solo contribuisce, nella sua tragicità, ad aggiungere un piccolo tassello nella costruzione di un'immagine “giusta” della disabilità. La nostra Società, infatti, fa una fatica immane nel riuscire a considerare la disabilità “alla pari” di tutto il resto. Oggi, come esemplificato sopra, si tende a porre l'handicap o “troppo in alto”, o “troppo in basso”, rispetto a tutto il resto (comportamento sbagliato, in entrambi i casi). Ciò che manca è proprio la predisposizione mentale, e sopratutto la volontà, di considerare tutto e tutti “allo stesso livello”: né più, né meno, ma esattamente alla pari.

Oscar Pistorius, con la sua Vita, è venuto ad insegnarci proprio questo. E' venuto a dirci che un disabile è una persona come tutte le altre... Una persona capace delle imprese più meravigliose, come dei gesti più terribili. Esattamente come lui... Nelle sue più grandi vittorie, come nelle sue più misere cadute, Pistorius si è dimostrato profondamente ed intrinsecamente umano... Profondamente “normale” (per quanto fittizio e stupido possa essere questo termine).

… Ora resta solo l'amarezza per la perdita di un grande “guerriero”. Ora è giusto che paghi tutto quello che ha fatto, senza sconti o buonismi di sorta. Altrettanto giusto è che, ciascuno di noi, nel proprio piccolo, continui ad operare per contribuire a costruire un Mondo un po' più “normale” e un po' più “diverso”...

Un abbraccio a tutti.

Anima Blu

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