giovedì 20 settembre 2012

La risposta di Rete Ferroviaria Italiana al mio articolo-denuncia (con annessa controreplica)...

Rete Ferroviaria Italiana ha risposto al mio articolo-denuncia (un grazie particolare va al Dott. Luca Faccio, amico e blogger de “ilfattoquotidiano.it”, che si è prodigato in prima persona per far sì che l'articolo giungesse ai responsabili di Rfi). Vi riporto la nota integrale inviata dall'Ufficio Stampa di Rfi. Segue la mia controreplica.


“Rispondiamo al signor Francesco Canale a proposito dell’episodio accaduto nella stazione di Piacenza.

Innanzitutto ci scusiamo per l’accaduto informando che saranno adottati tutti i provvedimenti disciplinari necessari nei confronti sia del personale della Sala Blu, gestita da Rete Ferroviaria Italiana, sia del personale dell’impresa appaltatrice che svolge il servizio nella stazione di Piacenza per conto di RFI affinché questo tipo di inconvenienti vengano affrontati con la sensibilità e la capacità che richiedono.

Questi i fatti che danno ragione al cliente: gli operatori della sala Blu di Bologna, dopo essersi resi conto del forte ritardo che aveva accumulato il treno del signor Canale, hanno cercato di comunicare con lui. Soltanto dopo vari tentativi, alle 19.10 sono riusciti a contattarlo. La Sala Blu non ha potuto riprogrammare il servizio perché sul sistema non risultava nessun treno attrezzato per le sue necessità, malgrado il convoglio presente nella stazione di Piacenza, quello visto dal cliente, era adeguato alle sue necessità. Purtroppo gli operatori si sono attenuti scrupolosamente alle regole previste dalla procedura di gestione del servizio di assistenza senza utilizzare la dose di buon senso che il caso specifico avrebbe richiesto. Anche il comportamento degli operatori della ditta è censurabile sia dal punto di vista del carico a peso sia per il rapporto instaurato col cliente.

Rete Ferroviaria Italiana è comunque impegnata a migliorare il servizio della Sale Blu. Per questo è in corso un’indagine conoscitiva condotta da una società esterna che vorremmo contattasse, se lui ce lo consente, il signor Canale. Convinti di avere sicuramente un riscontro negativo sul servizio, potremmo però avere da lui suggerimenti utili per attivare le necessarie azioni correttive e migliorative in tempi brevi.

Ufficio stampa Rete Ferroviaria Italiana”

Ringrazio, innanzitutto, Rete Ferroviaria Italiana per la pronta e tempestiva risposta. Mi ritengo parzialmente soddisfatto del contenuto di tale nota ufficiale. Ciò che mi soddisfa è l'ammissione, da parte di Rfi, del grave disservizio causatomi, nonchè l'annuncio di provvedimenti disciplinari nei confronti di quei soggetti che hanno sbagliato (giusto è che paghi chi, con omissioni e ottusità mentali varie, ha provocato una lesione della mia dignità personale e sociale). Preciso che Sala Blu Bologna non è riuscita a contattarmi per un tempo massimo di dieci minuti, causa il fatto avessi il cellulare scarico. Non appena ho ricevuto i primi avvisi di chiamata, mi sono immediatamente recato presso la vicina stazione di Piacenza. Da quel momento in poi, Sala Blu poteva benissimo comunicare con me attraverso gli uffici della stazione (sia i ragazzi della cooperativa, sia i loro diretti superiori, infatti, erano in comunicazione con l'ufficio in questione per ricevere informazioni su come procedere). Successivamente, attraverso un altro telefono cellulare, ho immediatamente iniziato a cercare di contattare l'ufficio per più di un'ora, senza ricevere alcuna risposta (come già riportato nella mia precedente lettera). Ricordo che, senza un giustificato motivo per non aver risposto, Sala Blu Bologna è passibile di denuncia per “interruzione di pubblico servizio”.
Mi soddisfa, altresì, l'impegno da parte di Rfi nel migliorare il servizio delle Sale Blu. Sono assolutamente disponibile a collaborare con la società incaricata. Più in generale, sono disponibile a collaborare con Rfi e con Trenitalia nel fornirgli suggerimenti ed indicazioni su come migliorare tutto il trasporto dei disabili a bordo dei treni.

Ciò che non mi lascia soddisfatto è la totale mancanza, nella nota, di risposte in merito alla questione generale da me sollevata. La stessa Rfi, di fatto, ammette che quel treno (il regionale 20378), era perfettamente attrezzato per ospitare una carrozzina. Non risponde, però, sul come e perchè girino convogli perfettamente attrezzati che i disabili non possono prendere. E' giusto che paghi chi, quel giorno, si è dimostrato estremamente ottuso. Tuttavia, i responsabili di Sala Blu Bologna hanno solamente “applicato le regole”. La colpa primaria del perchè si è generata tutta quella assurda situazione non sta nei “piani bassi”: sta a monte, nell'organizzazione generale di Rfi. Continuo a chiedere: perchè, sui treni regionali, girano convogli perfettamente attrezzati senza essere segnalati (impedendo così ai disabili di poterne usufruire)? Come intende affrontare e risolvere la questione Rfi? Torno a ripeterlo: è uno spreco assurdo, gravissimo, e nefasto (provoca situazioni incresciose come quella capitata a me). Deve essere assolutamente risolto. Sono altrettanto certo che, nel rinnovato spirito di collaborazione intrapreso con Rfi, si possa presto trovare una soluzione anche per questo problema.

Francesco Canale in arte Anima Blu

lunedì 17 settembre 2012

L'ennesima umiliazione personale, l'ennesimo "spreco all'italiana"...



Quella che desidero raccontarvi in questo articolo è l'ennesima, la più grave, disavventura capitatami con Trenitalia (viaggio spesso per lavoro, abitualmente con il treno). Quanto mi è accaduto pochi giorni fa, oltre che essere un fatto lesivo della mia dignità di persona e di cittadino, è sopratutto l'emblema dell'ennesimo “spreco all'italiana”. Ma andiamo con ordine. Martedì 4 settembre mi trovavo nella stazione di Piacenza (premetto che, attualmente, vivo a Lecce). Attendevo la coincidenza con il treno 9826 delle ore 19.41, che da Piacenza mi avrebbe portato ad Alessandria. Circa mezz'ora prima della partenza vengo a conoscenza del fatto che il treno in questione portava circa 150 minuti di ritardo, causa occupazione dei binari da parte di alcuni operai. Il ritardo era destinato ad aumentare con il passare delle ore (infatti, alla fine della sua corsa, il treno ha accumulato oltre 180 minuti di ritardo)... Iniziai seriamente a preoccuparmi: una volta giunto in Alessandria , infatti, il mio viaggio non sarebbe terminato lì... Dovevo prendere ancora altri mezzi per giungere nel luogo finale di destinazione: con un simile ritardo li avrei sicuramente persi! Inoltre, trovare un albergo attrezzato per disabili all'ultimo minuto è praticamente impossibile! Insomma, intravedevo delinearsi all'orizzonte la netta possibilità di dover passare la notte in stazione. Così, cercai d'informarmi sul fatto se avessi potuto per caso prendere qualche altro treno in direzione Alessandria. Per circa un'ora continuai a chiamare ininterrottamente la Sala Blu di Bologna (le Sale Blu sono gli uffici che coordinano il trasporto dei disabili sui treni. La stazione di Piacenza è sotto la “giurisdizione” della Sala Blu di Bologna), senza avere alcuna risposta. A quel punto avvisai anche altre Sale Blu, chiedendogli se potessero farmi gentilmente chiamare da Bologna. Nulla. Il silenzio più totale. Alle ore 20.00 circa arrivò sul primo binario il treno 20378, un regionale che 50 minuti dopo sarebbe partito proprio alla volta di Alessandria. Avvicinandomi ai convogli mi accorsi che il treno era perfettamente attrezzato per disabili, con tanto di “simbolino” gigantesco e aggancio per carrozzine (ho scattato foto per testimoniare quanto affermo). I signori addetti a salirmi sul treno, appartenenti ad una cooperativa locale, affermavano che su quel treno non mi avrebbero MAI caricato senza l'autorizzazione di Sala Blu Bologna (scherzando anche sul fatto che, a salirmi senza autorizzazione, rischiavano di finire in galera il giorno successivo). Iniziai ad innervosirmi: avevo davanti a me un treno perfettamente attrezzato, che andava proprio nella direzione giusta, e rischiavo di perderlo senza alcun motivo!? Oltretutto, mancava quasi un'ora alla partenza (senza contare che era già più di un'ora che chiamavo per ricevere aiuto). A quel punto minacciai di chiamare i Carabinieri: c'erano tutti gli estremi per una denuncia per discriminazione! Il macchinista e il capotreno (due splendide persone, che Dio li benedica!), fin da subito, mi rassicurarono sul fatto che io avrei preso quel treno... A tutti i costi, e con tutti i mezzi (avevano ben capito quale assurda fosse quella situazione)!! I signori della cooperativa, nonostante il parere favorevole del capotreno al fatto che io prendessi quel convoglio, continuavano a rifiutarsi categoricamente di farmi salire. Da questo punto in poi cominciò un triste teatrino, altamente lesivo della mia dignità di persona e di cittadino: telefonate, grida, concitazione... Tutto nel bel mezzo degli sguardi attoniti degli altri passeggeri! L'assurdità di questa situazione era che c'era un treno perfettamente attrezzato, un capotreno favorevole (oltretutto, affermava di volersi prendere lui la responsabilità di farmi salire... Anche se non capivo quale responsabilità ci fosse da prendersi, visto che il treno era perfettamente concepito per ospitare una carrozzina?), io favorevole (a quanto ne so, sono perfettamente in grado d'intendere e di volere), e nonostante tutto ciò non potevo salire!? Vi rendete conto? Nemmeno i carcerati vengono trattati in questo modo. Oltre a una denuncia per discriminazione, c'erano gli estremi anche per un tentato sequestro di persona. Sono in carrozzina, d'accordo, ma non per questo non posso essere libero di poter andare dove diamine voglio? Non ho mica ucciso nessuno!? La cooperativa continuava a rifiutarsi di svolgere il suo servizio, perchè Sala Blu Bologna continuava a negare l'autorizzazione. Sala Blu Torino (sotto la cui giurisdizione dipende la stazione di Alessandria), dopo aver parlato con il capotreno, diede senza problemi il suo assenso a svolgere l'operazione. Sala Blu Bologna, no. Ha continuato a negare, fino all'ultimo. Siamo partiti, senza avere avuto l'autorizzazione di Sala Blu Bologna. Si, perchè alla fine su quel treno ci sono salito... Grazie alla caparbietà e alla spina dorsale del capotreno e del suo macchinista. Il capotreno ha però dovuto firmare un foglio, postogli dai ragazzi della cooperativa come una sorta di “aut-aut”, in cui si assumeva la responsabilità di tutto. Gli stessi ragazzi della cooperativa, pignoli fino al midollo (dal loro punto di vista avevano anche ragione...), una volta avuta la firma del capotreno, si sono “scordati” di qualunque forma di sicurezza, e su quel treno mi hanno salito a PESO. I disabili, sui treni, vanno fatti salire solo ed esclusivamente attraverso l'utilizzo di un apposito carrello elevatore. Salire un disabile a peso, in quel modo, può essere molto pericoloso (essendo una manovra assolutamente vietata, può anche comportare provvedimenti disciplinari assai gravi). Evidentemente, però, a quel punto, non importava più qualunque minima regola di sicurezza.

Questa è la narrazione di quanto è accaduto. Poi ci sono i motivi da cui è scaturita tutta questa assurda situazione. Continuavo a non capacitarmi del perchè Sala Blu Bologna non avesse voluto autorizzare l'operazione, fino all'ultimo. Bastava che Bologna autorizzasse, e la cooperativa a quel punto avrebbe “obbedito”... Insomma, non sarebbe successo proprio nulla. Mi sembrava una cattiveria gratuita ed insensata. Una volta giunto a destinazione, e ragionando con calma, ho scoperto il motivo del perchè Bologna si rifiutasse. Premettendo che la Sala Blu emiliana è stata estremamente pignola (davanti ad un capotreno che si assume la responsabilità, e ad un treno che è fisicamente attrezzato, potevano benissimo autorizzare... Come ha fatto, del resto, la Sala Blu piemontese), dal loro punto di vista hanno avuto ragione. Perchè? Perchè il 20378, UFFICIALMENTE, risulta NON ATTREZZATO (e quindi, nella malaugurata ipotesi fosse capitato qualcosa, e qualcuno dall'alto fosse andato a chiedergli spiegazioni, sarebbe risultato che loro avevano dato l'assenso a far salire un disabile su un treno non idoneo). Ed ecco lo “spreco all'italiana”... Viaggiando spesso in treno mi ero già accorto di questa situazione, ma mai avevo sperimentato in prima persona gli effetti nefasti che può provocare. Se voi andate a controllare, vedrete che la maggior parte di treni locali (il 90%) risulta NON ATTREZZATO. In realtà, molti di essi girano con vetture perfettamente attrezzate (come nel caso capitato a me)... Vetture che però i disabili non potranno utilizzare mai, perchè dai sistemi computerizzati di Trenitalia non risultano presenti. Il motivo principale di questo spreco gravissimo mi risulta ignoto: azzardo l'ipotesi che, non potendo garantirle su ogni corsa, o dovendo spostarle da una corsa all'altra per motivi logistici, Trenitalia non si voglia prendere lo “sbattimento” di dover segnalare ogni giorno su quali corse siano presenti e su quali no... Mettendo che i treni locali sono tutti (o quasi) non attrezzati, si risolvono il problema senza troppe complicazioni. A parte che è assurdo che, ancora oggi, nel 2012, ci siano treni non attrezzati per disabili... Ma ancor più grave è che ci siano treni attrezzati che i disabili non possono prendere. Pretendo, innanzitutto, le scuse di Trenitalia per quanto mi è accaduto. Inoltre, chiedo che Trenitalia risponda sulla questione da me sollevata, e che trovi una modalità per risolverla. Si prendano la “fatica” di segnalare ogni volta TUTTI i treni locali attrezzati, oppure si organizzino per far sì che le vetture attrezzate vengano poste ogni volta sulle medesime corse (in modo che un disabile sappia con certezza e con verità quali treni può prendere e quali no). Uno spreco del genere è inaccettabile!? Prima di pensare ad opere faraoniche e inutili come la Tav, si pensasse a risolvere situazioni come queste (ne avrei molte altre da raccontarvi, in tanti anni di viaggi fatti sui treni). Sulla questione della Tav ci sono in ballo milioni di euro, su queste invece c'è in ballo la dignità e i diritti delle persone... C'è in ballo, sopratutto, la nostra amata Costituzione che, all'articolo 3, recita così:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di CONDIZIONI PERSONALI e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Un abbraccio,
Anima Blu