venerdì 11 ottobre 2013

Il Mondo che migra...


La tragedia, o per meglio dire “la strage”, di Lampedusa ha riportato in primo piano il tema dell'immigrazione e delle modalità con cui essa va affrontata.

Ancora prima di contare i morti e le bare, c'era già chi si affrettava a sparare sentenze e ad urlare scemenze: è colpa mia, tua, sua, dell'Europa. Sono morte fra le 350 e le 400 persone, e le prime parole che siamo riusciti a dire è che quanto accaduto è “tutta colpa dell'Europa” (vorrei tanto sapere dove cazzo abbiamo perso la nostra “coscienza” di esseri umani…).

Mi domando spesso cosa sarebbe accaduto se tutti quei morti fossero stati italiani. Ce ne saremmo lavati la coscienza così in fretta, con un giorno di lutto nazionale e la solita (quasi inutile) parata istituzionale sull'isola? Con l'hangar di un aeroporto stipato di bare, e un barcone rovesciato a 40 metri di profondità pieno zeppo di cadaveri, l'Italia è andata (e va avanti) come se nulla fosse… In televisione si è ballato e si è riso come sempre, i telegiornali hanno relegano la notizia quasi in fondo al notiziario (tranne i primi due-tre giorni), le bacheche di Facebook si sono occupate di cose ben più importanti (se fosse morto un solo sportivo famoso, si sarebbero riempite molto di più… Statene certi!).

Bisogna farsene una ragione. Quei morti sono “altro” da noi. Non sono italiani.

Ho pensato che forse era questo quello a cui si riferiva Papa Francesco pronunciando la parola “vergogna”. O forse si riferiva alla Legge medioeval-nazista che abbiamo in Italia, che condanna le persone in base a CHI sono e non a COSA fanno. Oggi, di fronte alla notizia che i superstiti del naufragio sono stati indagati per “immigrazione clandestina”, s'indignano tutti. Tuttavia, per i dieci anni in cui questa Legge è stata in funzione, non ci sono state grandi proteste o sommosse popolari (nemmeno da quelle parti che storicamente dovrebbero difendere i più “deboli”, come la Sinistra o la Chiesa cattolica). Avremmo dovuto bloccare il Paese, di fronte ad una norma che era nel pieno solco di quelle antiche idee che portarono ai roghi dell'Inquisizione o ai forni crematori d'hitleriana memoria. Invece niente.

Del resto, non abbiamo bloccato il Paese nemmeno di fronte alla notizia che gli accordi firmati con Gheddafi altro non erano che l'uccisione (per conto nostro) di migliaia di poveri Cristi nelle prigioni libiche o nel deserto. La cosa pazzesca è che, ancora in questi giorni, i leghisti vanno in televisione a sbandierare quegli accordi come un grande successo del loro leader Maroni. Continuano a sostenere che quella sia l'unica soluzione per fermare l'immigrazione clandestina (… e nessuno gli dice niente!?). Del resto, morti per morti: meglio che muoiano lontano da noi, piuttosto che nel mare sotto casa. Come si dice? Occhio non vede, cuore non duole! Peccato che i morti siano sempre gli stessi, e che la coscienza su cui rimangono sia sempre la nostra.

Oggi stiamo a disquisire su chi sia da accogliere, e per quali motivi. Lo straniero che scappa dal proprio Paese per la guerra è da accogliere. Quello, invece, che scappa per non morir di fame è da rimandare indietro. Seguendo questa logica, tutti gli italiani che stanno emigrando in questi mesi all'Estero (chi per trovar lavoro in Germania, chi per trasferire la sua piccola azienda in Romania o in Polonia) dovrebbero essere riportati immediatamente indietro (dal momento che in Italia non c'è nessuna guerra… Perlomeno, non dichiarata).

Posso dire che lo trovo un discorso demenziale? Chiunque parte da un Paese e arriva in un altro, ha DIRITTO ad essere accolto. E' ovvio che se uno è disposto a partire rischiando la morte, lo fa perché ha un sacrosanto motivo per farlo. Nessuno lascia la propria Terra a cuor leggero. Da che mondo è mondo, il “salvarsi la Vita” è l'unico comun filo denominatore di tutte le emigrazioni (lo sa pure un bambino). Tuttavia, l'Italia (e più in generale l'Occidente), si arroga il diritto di sindacare su quanto siano veritiere e giuste le motivazioni che spingono un povero Cristo a partire (senza considerare il fatto che chi parte lo fa sempre da Stati che sono stati letteralmente “spolpati” da noi occidentali). Questo è uno degli altri motivi per cui il reato d'immigrazione clandestina, oltre che essere odioso, è perfettamente INUTILE. Qualcuno di voi crede davvero che una persona che rischia di morire (per fame o per guerra), e che per questo motivo è pronta ad affrontare l'Inferno, possa essere minimamente spaventata dal fatto che in Italia rischia di finire in galera perché clandestina? Al massimo pensa che in carcere, almeno, si mangia.

Pensare di trovare delle soluzioni legali per bloccare l'immigrazione è come pensare di fermare il vento con le mani.

… Con questo non voglio dire che tutto vada bene così com'è, o che si debba lasciare ogni cosa al fato e all'inerzia. Anzi. Io stesso credo che i fenomeni migratori, oltre un certo limite (limite ormai abbondantemente superato), siano “contro-natura” (la naturalità delle cose sarebbe che chi nasce in un determinato luogo dovrebbe poterci anche vivere! … I primi a pensarla così sono gli stessi migranti!). Credo anche che, oltre un certo limite, l'immigrazione possa divenire un problema. Gli immigrati possono portare un aumento nei fenomeni delinquenziali: non perché siano peggio di noi, ma perché le condizioni di vita disperate spingono le persone a perseguire “vie più semplici e veloci” (del resto, gli italiani hanno “portato” la mafia in America. Su questo campo, quindi, non abbiamo da insegnare nulla a nessuno…). Infine, sono d'accordo con chi sostiene che l'Europa non può e non deve lasciarci soli di fronte a questa emergenza (fatto salvo che non sia esattamente la prima frase da dire di fronte a 400 morti annegati).

Il punto principale da cui partire, però, è che NON SI PUO' e NON SI DEVE criminalizzare chi migra. NESSUNO deve essere respinto, per nessuna ragione al Mondo (tranne chi compia reati effettivi sul territorio che lo ospita). Se non si parte da questi principi basilari, qualunque seria discussione viene inficiata nella sua essenza. Premesso ciò, è indubbio che l'immigrazione vada gestita ed organizzata. L'Europa, in questo, ha un ruolo primario (come ovvio). L'Italia, e le sue mille Lampeduse, sono i confini del continente. Questo Bruxelles deve assolutamente capirlo (e farsene carico). L'Europa non può essere unita se si parla di Spread ed economia, ed essere divisa se si parla di esseri umani. La Troika non può interessarsi a noi solo se si parla di conti pubblici, e far finta di non conoscerci di fronte a drammi del genere. Tutto ciò non perché gli immigrati siano un peso o una “patata bollente” da scaricare, ma perché la solidarietà e la fratellanza fra i vari popoli Europei sono tra i motivi fondanti dell'Unione stessa (se un pilastro così importante viene a mancare, è meglio disfare direttamente tutto e lasciare perdere…). L'organizzazione a livello europeo dell'immigrazione consentirebbe di distribuire i flussi in maniera armonica, seguendo le necessità/esigenze dei migranti e le capacità di accoglienza dei vari Paesi (momento per momento, situazione per situazione). In questo modo, tutto funzionerebbe molto meglio.

Detto ciò, è indubbio che il bandolo della matassa sia (in realtà) un altro. La vera domanda da farsi è: perché queste persone migrano? Sopratutto: perché i popoli del Sud migrano, compresi noi? Eh sì, perché quando parliamo di migrazione parliamo anche di noi italiani. E non mi riferisco al passato. Mi riferisco all'oggi. Infatti, come accennavo prima, è sotto gli occhi di tutti che OGGI sia in atto uno spostamento abbastanza importante di italiani (o per meglio dire, di europei del Sud) verso “lidi” migliori. Si spostano i giovani laureati, i cinquantenni rimasti senza lavoro, le piccole e medie imprese… Si sposta, insomma, parecchia gente. La causa delle nostre migrazioni, come di quelle che da noi arrivano, è solo una: il sistema economico capitalista, e la crisi che da esso deriva. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma il punto focale è questo. Tutta la zona arabo-africana ha migrato, e migra tutt'ora, perché depredata e spolpata delle proprie risorse (petrolio, materie prime, eccetera) da noi occidentali. Ora migriamo anche noi. Perché? Perché siamo andati in “autocombustione”. Il capitalismo occidentale è andato in “autocombustione”. Era scritto nella sua stessa natura che, prima o poi, si sarebbe bruciato da solo. E' l'idea della crescita continua ed incessante (elemento fondante e indispensabile dell'attuale sistema economico) che ha scritto nel proprio Dna la sua stessa fine.

Ora il sole del “progresso” splende su altri “lidi” (tuttavia, brucerà ben presto anche lì… Molto più veloce di quanto non abbia fatto da noi…).

L'unica cosa che ci differenzia dai nostri “fratelli africani” è che noi, per un lungo tempo, abbiamo goduto degli effetti positivi della “crescita” (grazie anche, e sopratutto, allo sfruttamento delle loro risorse). Loro nemmeno quello.

… Vogliamo fermare davvero le migrazioni di massa? Cambiamo il sistema economico globale che regola il Mondo. E' l'unico modo. Non ce ne sono altri. Bisogna creare un'economia basata sull'equilibrio, fermare e controllare tutti i tipi di “crescita” (economica, di popolazione, e altre…), e ridistribuire (per davvero) le ricchezze e le risorse. Insomma, bisogna cambiare tutto.

Certo… E' un discorso lungo e complesso da affrontare (e non è questo il momento più adatto per farlo). Tuttavia, volevo solamente accennarlo in questo articolo, per far riflettere sul fatto che alla base di TUTTE le migrazioni odierne c'è una cosa sola: il sistema economico capitalista. Siamo davvero “tutti sulla stessa barca” (e non è affatto un eufemismo…). Su quel barcone colato a picco a Lampedusa c'era tutto l'Occidente. Sopratutto, c'eravamo noi italiani.

Per questo motivo, dobbiamo sentirci davvero vicini a loro. Non solo perché è buono e giusto farlo, ma perché i loro problemi sono i nostri problemi. Esattamente gli stessi (basta poco, per ritrovarsi nelle stesse condizioni).

Ricordiamoci sempre che lottare per i loro diritti significa, automaticamente, lottare anche per i nostri.

Un abbraccio.

Anima Blu

venerdì 23 agosto 2013

La (mia) verità su Berlusconi...


… E così, alla fine, l'hanno condannato. Ce l'hanno fatta (come ha detto qualcuno…).

Il 2013 sarà ricordato come l'anno degli “eventi storici”: le dimissioni di un Papa (Benedetto XVI), l'elezione di un Pontefice “rivoluzionario” (Francesco), la condanna di Berlusconi (mancano solo il ritorno di Cristo sulla Terra, e la verità sugli Alieni… E abbiamo fatto l'en plein!?)…

Al di là delle facili battute… La condanna di Berlusconi è stata davvero un “evento storico”!? E' tutta l'estate che non si parla d'altro. Quel “finalmente ce l'hanno fatta” non è un commento malignosetto verso i Giudici che l'hanno condannato (a differenza di ciò che hanno fatto/detto altri). No… E' una pura e semplice constatazione della Realtà. C'è da prendere atto, infatti, che solamente da “parlamentare semplice” Berlusconi può essere condannato. Quanto è accaduto, è la prova più lampante (semmai ce ne fosse stato bisogno) che l'ex Premier, in passato, ha utilizzato il suo ruolo istituzionale per difendersi DAI processi. Leggi ad personam, depenalizzazioni mirate, lodi vari, legittimi impedimenti, eccetera, hanno sempre consentito al Caimano di sciogliere i processi fino al punto tale di non doverne più rispondere. Solo ora, che non è più Presidente del Consiglio, può essere “liberamente” condannato (come un qualunque cittadino).

… Per carità: si può sempre far parte di quella schiera di poveri scemi che credono alla favola del “povero Silvio perseguitato dai giudici comunisti”. Personalmente, però, credo in un'altra Verità (a mio avviso, abbastanza palese).

Silvio Berlusconi è un uomo che ha SEMPRE inteso lo Stato come uno strumento da utilizzare a proprio “uso e consumo”. Governare, per lui, significa solamente due cose: 1) avere il mezzo più potente sul “mercato” per riuscire a favorire i propri interessi PRIVATI 2) avere il potere di scavalcare qualunque Legge. Punto. Fine. Qualunque altra idea sul suo conto, è sbagliata.

Se le premesse sono queste, non c'è da stupirsi di niente. Io, ad esempio, non mi stupisco affatto che sia implicato in una varietà infinita di reati. Quelli che dicono che tutti questi processi a suo carico sono la prova più tangibile di una (presunta) persecuzione, non sanno quello che dicono (o forse lo dicono, proprio perché lo sanno).

… Insomma: quand'è che vorremo renderci finalmente conto che un sacco di “colletti bianchi”, nel nostro Paese, sono soggetti tendenti a delinquere? Perché non riusciamo a vedere che i cosiddetti “soggetti borderline” sono anche, e sopratutto, nei “piani alti” della Società?

Vi faccio un esempio: io ho un amico, che chiameremo Gino. Gino è un povero disgraziato… E' nato da una prostituta. Ha passato la sua infanzia fra istituti e riformatori vari. Ha otto anni ha compiuto il suo primo furto. Poi, nella Vita, non si è fatto mancare nulla: spaccio di droga, truffe, furti, rapine a mano armata… Insomma, il classico soggetto “borderline” (più “out of line”, che “border”, diciamo…). Gino, di per sé, non è neanche una “cattiva persona”. E' intelligente, simpatico. Riesce a stare in buona compagnia, e a fingere di essere quasi una “persona normale”. Tuttavia, l'impulso a delinquere rimane (e rimarrà) sempre in lui. Non riesce a stare, oltre un certo limite di tempo, senza compiere qualche atto illecito (oserei quasi dire che è una tendenza “indipendente” dalla sua reale e conscia volontà).

Ecco: Gino è fatto così. Tutti lo sanno. Nessuno di quelli che lo conosce, si sognerebbe mai di dire che i giudici lo perseguitano perché ha tutti quei processi a suo carico. Altrettanto bene, nessuno mai proporrebbe Gino come futuro Presidente del Consiglio. Perché, però, la stessa regola non vale se il soggetto si chiama Berlusconi (o Dell'Utri, o Previti, o qualsivoglia altro nome di rilievo)? Perché non riusciamo a concepire il fatto che i soggetti continuamente tendenti a delinquere, non sono per forza di cosa solo i “poveracci”?

Certo: la tipologia di reati si “adatta” alla classe economica del soggetto. Berlusconi non andrebbe mai a compiere una rapina a mano armata, o a truffare i Gratta e Vinci (anche se non ci metterei la mano sul fuoco…). Allo stesso modo, il mio amico Gino, se avesse tutti i soldi che ha Silvio, punterebbe certamente molto più in alto. Il princìpio, però, è lo stesso. Non cambia.

Per questo, quando sento parlare di “agibilità politica” per Berlusconi, m'incazzo come una iena. Quale agibilità politica bisognerebbe dare al delinquente Berlusconi? A Gino nessuno ha mai dato nessuna “agibilità” (giustamente). Entra ed esce continuamente dal carcere. Il problema dell'ex Premier è forse quello di doversi fare nove mesi ai domiciliari, in una super-mega villona? Dategliela a Gino, questa opzione (… vedrete come vi ringrazierà…)!!

Tutta la discussione su Berlusconi (o meglio, la presenza stessa di Berlusconi nel panorama politico) è degna di una Repubblica delle banane, quale noi siamo. Nello scorso articolo, intitolato proprio “La Repubblica delle banane” (che potete rileggere qui: http://animabluartista.blogspot.it/2013/07/la-repubblica-delle-banane.html), elencavo una serie di motivi per cui dovremmo vergognarci del nostro Paese. La sola presenza dell'ex Premier è uno di quei motivi (avrei potuto inserirla benissimo…). Da noi accadono certi fatti, che in altri Stati sarebbero assolutamente incomprensibili ed inammissibili. Del resto, in un altro Paese Berlusconi non sarebbe mai potuto diventare quello che è in Italia. Figuriamoci quindi come può apparire, agli occhi di un osservatore straniero, tutta la discussione attorno alle modalità per trovare una “agibilità politica” al povero disgraziato di Arcore (o attorno a discorsi come “magistratura persecutrice”, “toghe rosse”, “giudici da far eleggere dal popolo”, e altre amenità simili…).

L'Italia ha, finalmente, una buona occasione per riuscire a dimostrarsi un Paese normale e civilizzato. Ha l'occasione per ammettere davanti a tutto il Mondo che su Berlusconi “ci siamo sbagliati”!? Non si tratta di eliminare, o sconfiggere, l'ex Premier per via giudiziaria (ciò che politicamente, ahimè, non è mai riuscito alla Sinistra). Si tratta solo di dimostrare che in Italia, come in un qualunque altro Paese civile, la politica (l'amministrazione, cioè, del Bene Pubblico) può essere fatta esclusivamente da persone perbene. Persone con la fedina penale immacolata, e con zero interessi “privati” nel pubblico.

… E' tanto difficile da comprendere?

A quanto pare sì. Anche questa occasione, infatti (come tutte le precedenti), sta per essere sprecata (anzi, la è già). C'è infatti una serrata discussione, proveniente da più parti, su quale sia la soluzione migliore per tirar fuori Berlusconi dai guai. Non mi stupirei affatto se, alla fine, Re Giorgio I concedesse la “grazia” all'ex Premier (Napolitano farebbe qualunque cosa, pur di non far cadere le sue “mostruose” costruzioni governative…). Alla fine, comunque, credo che Berlusconi non la chiederà (anche perché significherebbe “ammettere” di aver compiuto reati). Tuttavia, nella malaugurata ipotesi dovesse accadere il contrario, mi auguro che gli italiani scendano in piazza come in Egitto (senza violenze, naturalmente). Si tratterebbe, infatti, di una palese violazione della Costituzione: la “grazia” può essere concessa solo per specifici “motivi umanitari”… E, nel caso di Berlusconi, non ci sono davvero i presupposti per darla (o vogliamo farci ridere dietro dal Mondo intero, più di quanto il Monto già non rida di noi?)…

In conclusione: mi auguro davvero che l'Italia riesca, prima o poi, a liberarsi di una triste figura come è quella di Berlusconi (il quale, pur non essendo più Premier, continuerà sempre a condizionare pesantemente la vita pubblica del nostro Paese). Sopratutto, mi piacerebbe che l'Italia riuscisse a liberarsi di tutto ciò che Berlusconi ha rappresentato: il cosiddetto “berlusconismo”, il sottobosco politico d'illegalità, la mentalità “pseudo-mafiosa”, eccetera. Tuttavia, temo che ciò non accadrà mai. Infatti, come ho scritto alla fine dell'articolo “La Sinistra è morta. Anzi no… E' più viva che mai” (che potete rileggere qui: http://animabluartista.blogspot.it/2013/03/la-sinistra-e-morta-anzi-no-e-piu-viva.html), c'è una parte d'Italia che è marcia… E, in quanto marcia, continua (e continuerà) a votare per chi la rappresenta al meglio.

Un caro saluto a tutti.

Anima Blu

lunedì 29 luglio 2013

La Repubblica delle banane...


L'Italia è, ahimè, un Paese di cui bisogna spesso vergognarsi. Nei giorni scorsi, ci sono state un paio di “cosucce” (roba da niente, eh…) che ci hanno ricordato in che razza di Stato viviamo.

Cosa è successo? Nulla di che… Abbiamo “solamente” rispedito due rifugiate politiche al Regime che le ricercava (il “caso” Shalabayeva), e abbiamo “solamente” avuto un Vicepresidente del Senato che ha chiamato “scimmia” il nostro Ministro di colore (il “caso” Kyenge). Roba da niente. Infatti, nessuno ha pagato, nessuno ha protestato, nessuno si è dimesso. Tutto è rimasto esattamente come prima (come sempre, del resto).

La cosiddetta “vicenda kazaka” è stata penosa e, allo stesso tempo, strabiliante. Ancora più imbarazzante della vicenda stessa, però, sono state le modalità con cui è stata spiegata. Al di là del fatto che è più che palese che non sono state “rispettate le regole” (regole talmente universalmente riconosciute da minare nelle fondamenta la credibilità di uno Stato… Non applicare certi princìpi, in taluni casi, può provocare addirittura guerre mondiali), è davvero ridicola la spiegazione secondo la quale nessun Ministro fosse a conoscenza di quanto stava accadendo. Si vuol far credere al popolo “capra” che alcuni “semplici” (seppur autorevoli) funzionari di Stato avrebbero obbedito ad un altro Stato, senza informare i propri diretti superiori (cioè, i Ministri e il Governo). Si vuol far credere cioè che, di fronte ad un'operazione così delicata, e ad un'interferenza così massiccia ed organizzata da parte del Kazakistan, i nostri funzionari avrebbero fatto tutto da soli, assumendosi ogni responsabilità (in Italia non ci si assume la responsabilità nemmeno di fronte ad una scoreggia di mosca… Figuriamoci di fronte ad una faccenda del genere!?).

Non prendiamoci in giro. E' più che evidente che Alfano (oltre, probabilmente, ad altri…) fosse a conoscenza dell'operazione… Altrettanto bene, si sapeva chi fosse Alma Shalabayeva e perché i Kazaki la volessero indietro con tanta solerzia (del resto, lo si desume anche dal fatto che nessun immigrato irregolare, con i tempi che ha la nostra burocrazia, viene identificato ed espulso in tre giorni).

La spiegazione che molti si danno è che, dietro questo “strappo alle regole” (chiamiamolo così), ci sarebbero gli interessi economici (in primis, le risorse energetiche) che l'Italia ha con il Kazakistan. Qualcun altro, invece, ha ricordato che il Dittatore kazako è un intimo amico di Silvio Berlusconi. Io, personalmente, propendo per questa seconda opzione. Credo, cioè, che Alfano abbia fatto un favore a Silvio, che a sua volta ha fatto un “favore” all'amico “impresentabile” di turno (in questo caso, il dittatore Kazako). Alcuni giornalisti (pochi, per la verità), all'indomani della composizione del Governo Letta, fecero notare che affidare ad Alfano un Ministero così importante come è quello degli Interni (Ministero che ha accesso praticamente a tutto: inchieste giudiziarie, servizi segreti, eccetera…), fosse un gran bel regalo a Berlusconi. Dopo solo un paio di mesi, il “regalo” ha forse incominciato a dare i suoi primi frutti? Se davvero fosse così, Alfano, più che pensare di dimettersi, si sarà aspettato di ricevere un premio.

In qualunque Paese civile e democratico, di fronte ad un fatto del genere, non si sarebbe dimesso il Ministro dell'Interno: si sarebbe dimesso l'intero Esecutivo!? Sappiamo bene, però, che l'Italia non è un Paese civile, e tantomeno democratico: da noi i Ministri non si dimettono nemmeno se li beccano col coltello insanguinato, dopo aver ammazzato la moglie (figuriamoci per una “robetta” del genere). Del resto, sappiamo altrettanto bene che la democrazia nel nostro Paese è morta, anche da quando Giorgio Napolitano si è autoproclamato Re d'Italia (senza, peraltro, che nessuno abbia obbiettato nulla). A mio avviso, il Presidente è ormai palesemente sconfinato dai confini e dai ruoli che la Costituzione gli affida. Fa e dirige la politica nazionale, impartisce ordini di comportamento… Minaccia addirittura “ritorsioni”!? Con la “scusa” della crisi economica, ci ha prima appioppato un Governo tecnico (Monti), poi uno di conciliazione nazionale… Ora, addirittura, ha già preannunciato che, nel caso fallisse anche questo esecutivo, ne ha già pronto un altro. A quando la proclamazione ufficiale che in Italia è ritornata la dittatura (in senso figurato, s'intende…)?

La cosa “simpatica” è che il Governo Letta, che si è presentato come un esecutivo giovane e moderno (tanto evoluto da “tagliare la testa” alla Ministra Idem, “solo” per non aver pagato l'Ici su una palestra), ha coperto nel peggiore dei modi una pagina vergognosissima del nostro Paese. Su “ordine” di Napolitano, e con la complicità di quasi tutto l'establishment nazionale, si è cancellata (o, perlomeno, si è tentato di cancellare) l'ennesima porcheria “all'italiana”. Intanto, negli stessi giorni, Letta diceva agli investitori stranieri che l'Italia è un Paese sicuro ed affidabile. Forse non ha capito che il Mondo intero ci ha riso dietro… Un vero Esecutivo “moderno ed evoluto” avrebbe cacciato Alfano a calci nel culo. Altro che “sicuro ed affidabile”. Abbiamo fatto la solita figura degli zimbelli (mafiosi ed inciucioni).

L'altra vergogna italiana di quest'estate è stato Roberto Calderoli che, parlando della Ministra per l'Integrazione Cécile Kyenge, ha detto che le ricorda un orango (forse si era appena guardato allo specchio…). Ebbene sì, signori… Nel 2013, in Italia, un Ministro di colore può essere ancora paragonato ad una scimmia. L'insulto razzista più vecchio, stupido, e becero che possa esistere, è ancora molto in voga nel nostro Paese. Il problema, però, non è Calderoli. Lui è un c……e (il resto va da sé). Il problema è chi continua a dare credito (e ruoli di prestigio) a personaggi del genere. Voglio dire: Calderoli non è nuovo a metterci nei guai. Oltre ad aver ideato la Legge elettorale sventura di tutti i nostri guai (da lui stesso definita una “porcata”), è anche quello che ha portato un maiale a pascolare su un terreno dove doveva sorgere una Moschea, e quello che ha indossato la famosa maglietta che offendeva l'Islam (provocando morti e disordini in tutto il mondo Arabo). Insomma, non esattamente un grande statista o intellettuale dei nostri giorni. Calderoli, in un Paese normale, non sarebbe entrato in Parlamento nemmeno in visita turistica!? Noi, invece, l'abbiamo fatto Parlamentare, Ministro, e Vicepresidente del Senato (dopo quest'ultima “perla”, mi attendo di vederlo candidato al Colle). E' proprio vero che, in Italia, più fai le cose male, più vieni premiato (poi parlano di “meritocrazia”…). Ovviamente, non si è dimesso nemmeno lui. Si è difeso, dicendo che non ha notato nei gruppi parlamentari molte richieste di dimissioni. In effetti, tranne poche eccezioni, non c'è stata particolare ressa nel tentare di “mandarlo a casa”.

… Siamo davvero la Repubblica delle banane. I veri oranghi e scimmie siamo noi italiani, che continuiamo cibarci di queste banane marce. La grande difficoltà che, ad esempio, l'Italia sta dimostrando nell'accettare un Ministro di colore è sintomatica del livello di cultura presente nel nostro Paese (Calderoli e quelli come lui rappresentano solamente il termometro di buona parte della Penisola. La Lega batte così tanto sul Ministro Kyenge, perché sa di ritrovare molto riscontro fra i suoi elettori… E non solo…).

Sì, per carità… Per certi versi, preferisco essere italiano, piuttosto che essere inglese (solo per fare un esempio). Da noi, almeno, non ci sono più i Re e le Regine, e non stiamo in fissa se deve nascere il figlio del Principe (questo cavolo di “Royal Baby” mi stava sulle palle già prima di nascere… Manco fosse Gesù Bambino).

E' indubbio, però, che il nostro Paese ci dà spesso motivi per vergognarci. Nel grande, come nel piccolo.

Io, ad esempio, nei giorni scorsi, per la prima volta da quando vivo in Salento (cinque anni), mi sono vergognato di questa terra. Perché, direte voi? Per una faccenda di calcio. La squadra del Lecce, infatti, relegata in serie C, ha acquistato Miccoli.

Miccoli, per chi non lo sapesse, è quel calciatore che ha definito “fango” il giudice Falcone (frase da lui stesso mai smentita). Si dà anche il caso che Miccoli sia salentino: molti, quindi, hanno gioito per il suo “ritorno in Patria”. Il colmo dei colmi è che la presentazione del calciatore si è svolta proprio nel giorno in cui ricorreva l'anniversario della strage di Via d'Amelio (si sa che parlare di Borsellino o di Falcone, per l'amicizia e la sorte che li legava, è come parlare della stessa persona). Posso dire che l'ho trovato veramente di pessimo gusto? Posto che, se quelle frasi sono vere, Miccoli dovrebbe essere radiato dal calcio, e rifiutato dalla Società come un appestato, ho trovato veramente fuori luogo quanto è accaduto. Mi domando: era il caso che il Lecce acquistasse Miccoli, proprio ora? E se sì, doveva essere necessariamente “festeggiato” come un eroe nazionale che torna a casa? I media locali hanno dato grande risalto alla notizia, con tanto di dirette streaming dell'evento… Io, invece, mi sono profondamente vergognato (in primis per questa Terra, così bella e così evoluta culturalmente).

La vergogna, come vedete, può colpire tutto e tutti. Molti si stupiscono (ed io con loro) del perché gli italiani, di fronte a certe amenità, non scendano in piazza a protestare. La verità è che, tranne poche eccezioni, siamo un popolo di rassegnati. Lo siamo sempre stati. Non riusciamo a renderci conto di quanto gravi e fuori dal Mondo siano certi fatti che accadono nel nostro Belpaese.

Tuttavia, non voglio essere un disfattista. Nutro sempre la Speranza che le cose possano cambiare in meglio. Sogno il giorno in cui potremo dire di vivere in un Paese “normale” e “civile”, all'interno di un Mondo anch'esso un po' più “umano” (perché i problemi non li ha mica solo l'Italia… Anzi…). Sogno il giorno in cui certe frasi, e certi fatti, saranno solamente dei lontani ricordi (della serie: vi ricordate quando in Italia si dava delle scimmie ai neri? Oppure: vi ricordate di Ruby, la nipote di Mubarak? Ecco, così…).

Mi auguro davvero con tutto il cuore che questo nostro Paese, così bello e così grande, possa un giorno diventare faro di Civiltà e Cultura per tutto il resto del Mondo.

(… Accadrà mai?)

Anima Blu

martedì 14 maggio 2013

Una Sinistra nuova, per un Mondo nuovo (distante anni luce da Letta e il suo Governo)...



E così, dopo il Governo tecnico, ci è toccato il Governissimo. Lo sapevo. Me lo sentivo che sarebbe finita così. Nel mio ultimo articolo “politico” (che potete rileggere qui: http://animabluartista.blogspot.it/2013/03/la-sinistra-e-morta-anzi-no-e-piu-viva.html) preannunciavo che il nostro “amato” Presidente Napolitano, del quale (ahimè) non siamo riusciti a “liberarci” nemmeno questa volta, ci avrebbe appioppato un altro bel Governo tecnico o un “Esecutivo delle larghe intese” (sempre con “viva e vibrante soddisfazsione”, s'intende…). La colpa, però, non è del povero inquilino del Quirinale (lui si sa, è fatto così… Vuole, a tutti i costi, unire Paradiso ed Inferno!). La colpa di quanto è accaduto è tutta, o quasi, del Partito Democratico.

Il Pd, dopo sei anni di mal di pancia colerici e fallimenti di ogni sorta (sei anni dalla sua fondazione), è FINALMENTE imploso. Tutte le magagne sono venute a galla. Lo spettacolo che la Sinistra (sì, vabbè… Definire il Pd Sinistra è un po' una bestemmia) ha offerto negli ultimi mesi è stato uno dei più indecorosi di sempre. Ha cominciato fallendo miseramente il risultato alle ultime elezioni (sono riusciti a perdere quasi dieci punti di vantaggio, arrivando alla fine con un sostanziale pareggio… Un record del Mondo!?). Dopo le elezioni, poi, è iniziato il lento ed inesorabile declino (quello finale). Sono partiti dicendo che avrebbero guardato solo alla loro Sinistra, cioè a Grillo (… ma non avevano passato tutta la campagna elettorale dicendo che Grillo era uno sporco fascista?). Il piccolo problema, però, è che sono andati dal M5S a chiedergli una fiducia “in bianco”, su otto punti spuntati magicamente dal nulla. Voglio dire: Grillo erano mesi che diceva “tutti a casa”, e sopratutto “mai la fiducia ai Partiti”. Va bene che il Pd ha qualche difficoltà a comprendere il reale significato della parola “coerenza” (specie negli ultimi tempi), ma avrebbero potuto pure arrivarci da soli a comprendere che il M5S non gli avrebbe mai concesso una cosa simile (poi, per carità, posso essere d'accordo con voi sul fatto che il Movimento 5 Stelle avrebbe fatto meglio a dargliela quella fiducia, onde evitare di arrivare in situazioni come quella attuale. Tra l'altro, a leggere i commenti sul blog di Beppe, erano in tanti a pensarla come me… Anche perché una fiducia, così come la si dà, così la si toglie anche). Il Pd, comunque, aveva ancora anche altre carte importanti da giocarsi: poteva proporre al M5S di fare un Governo assieme, o ancora meglio poteva proporre un esecutivo guidato da personalità importanti (Gino Strada, Roberto Saviano, Milena Gabanelli, Carlo Petrini… Solo per fare alcuni nomi). Invece nulla. Nulla di nulla. Sono arrivati, nello stallo più totale, fino all'elezione del Presidente della Repubblica. E qui c'è stata la Caporetto del Partito Democratico. E' successo veramente l'incredibile: di tutto e di più. Dopo aver passato due mesi a dire che non avrebbero MAI fatto alleanze di ALCUN TIPO con il Pdl, sono andati da Berlusconi (di notte… Stranamente quella notte il Cavaliere non era impegnato in altre “attività istituzionali”) a chiedergli di scegliere un suo candidato ideale per il Quirinale. Il Caimano, o giaguaro che dir si voglia (macchiato più che mai), ha scelto gongolante il suo uomo preferito. Il Pd, a quel punto, senza batter ciglio, ha accettato la proposta del Cavaliere, e ha chiesto ai suoi di votarla convintamente. La cosa più incredibile, però, è che, nel frattempo, c'era sul tavolo un nome come quello di Stefano Rodotà (un nome, diciamoci la Verità, molto più vicino allo stile del Pd che non a quello del M5S). Insomma, il Pd, dopo aver passato due mesi a supplicare Grillo di appoggiarlo, a dire “mai al Governo con Berlusconi”, con un candidato pienamente in corsa come Rodotà, ha scelto invece Franco Marini come “uomo dell'accordo” fra Pd e Pdl. Pazzesco, allucinante!? Marini non è passato (i giovani parlamentari, quelli eletti con le Primarie, hanno capito che all'indecenza c'era un limite…), e il Pd è andato nel panico più totale. Bersani, una guida ormai vacillante e completamente disconosciuta dai suoi, è saltato improvvisamente di palo in frasca, ed è passato (nel giro di 24 ore) da una figura come quella di Marini a una come Romano Prodi. Ma come? Prima vai da Berlusconi a chiedergli di farti un nome da lui gradito, poi siccome quel nome non passa (per colpa tua) allora metti in campo il più acerrimo nemico dello stesso Berlusconi?! … Follia allo stato puro!? Nel frattempo, è bene ricordarlo, c'era sul tavolo sempre la candidatura di Rodotà. Niente da fare. Il Pd non ne ha proprio voluto sapere di votarlo (forse perché proposto da Grillo. Il Pd ha una sua dignità… Non si piega ai diktat del comico di Genova!? Lui si piega solo a quelli del comico di Arcore…). Così hanno impallinato anche il povero Prodi, e siamo arrivati al triste epilogo che tutti conosciamo.

Con la rielezione di Napolitano era ovvio che l'unico sbocco possibile fosse un bel “Governo dell'inciucio”. Così è stato. Il Pd, per l'ennesima volta, si è rimangiato tutto, e dopo mesi passati a dire “mai con il Berluska”, ora si ritrova Angelino Alfano (uomo di fiducia del Boss) come vicepremier. Fantastico...

La prima cosa che ho pensato, dopo aver visto tutto il macello che avevano combinato quelli del Pd, è stata: devono andare a casa tutti! Tutta la dirigenza del Partito Democratico dovrebbe sparire dalla faccia della politica!? Non dovrebbero farsi MAI PIU' vedere. Sono stati un branco d'idioti incapaci. Hanno ridicolizzato e umiliato, più di quanto già non fosse, la povera e malandata Sinistra italiana. Il Pd è nato male, e morto peggio. Oltre ad avere al suo interno troppe Anime diverse, non amalgamate (senza, cioè, un reale programma e obiettivo comune), ha avuto una Dirigenza completamente confusa e fuori rotta. Bersani si è dimesso (atto dovutissimo), la Bindi pure. Gli altri, invece, sono stati promossi: Letta premier, Franceschini ministro, eccetera… In Italia funziona così (e, a quanto pare, pure nel Pd): più lavori male, e più vieni premiato (e poi si riempiono la bocca della parola “meritocrazia”…).

Ora il Partito è alla “resa dei conti”. La cosa migliore sarebbe quella che si separasse ciò che è stato unito malamente. Il fulcro di tutti i problemi del Pd (e della Sinistra degli ultimi trent'anni), a mio avviso, è l'economia. La risposta ai problemi, e ai quesiti economici, è sempre stato ciò che più di tutto ha diviso la parte riformista di questo Paese. Il “liberismo strisciante” che si è infilato anche a Sinistra, è il vero problema. Oggi più che mai, con la crisi economica che dilaga, e il sistema capitalistico completamente in panne, occorre avere ben chiaro come ci si pone e cosa s'intende fare (non esiste una sola strada e una sola soluzione, come invece vogliono farci credere). La parte “liberista” del Pd vada ad unirsi alla schiera di plotoni che gridano “avanti tutta”. La parte di “Sinistra vera”, invece, torni ad abbracciare tutte quelle forze che ora sono fuori dal Parlamento (Ingroia e ciò che lui raccoglieva, per intenderci), e sopratutto cerchi un punto d'accordo e un Programma comune con il Movimento 5 Stelle (l'unica forza politica che, al momento, seppure un po' goffamente, propone “vie alternative” all'ideologia imperante della “crescita a tutti i costi”).

Al di là di questo, comunque, è essenziale cambiare la dirigenza del Pd (non mi stancherò mai di ripeterlo…). Ci sono tante facce nuove ed interessanti nel Partito (facce vincenti), che meritano di prendere la guida di questo povero “malato terminale”. Mi vengono in mente nomi come Marino, Civati, Puppato, Serracchiani. Tutte persone con idee anche molto diverse fra di loro, ma giovani e con l'orecchio ben vicino alla cosiddetta “base” (base che è incazzatissima per ciò che il Pd ha combinato in questi mesi, come ovvio). Sono passati per le Primarie, e sanno altrettanto bene quali problemi attanaglino le persone (ciò che invece i “vecchi colonnelli”, da troppo tempo rinchiusi nei “sacri Palazzi”, non ricordano più). E' a queste figure che andrebbe affidata la guida del Pd (e non ai nomi che circolano insistentemente in queste settimane).

Personalmente, non nutro simpatie né per Renzi, né per Barca. Renzi rappresenta proprio l'emblema di quella parte del PD che è devota al “liberismo”: ben venga un suo impegno in politica, ma lontano dalla Sinistra. Barca, che invece vorrebbe/dovrebbe rappresentare l'ala più “rossa” del Partito (in teoria, in contrasto proprio con Renzi), è a dir poco ridicolo: è stato per un anno e mezzo Ministro in un Governo, quello Monti, che ha distrutto tutti i “baluardi” della Sinistra (pensioni, articolo 18, eccetera), e ora se ne viene a fare il “comunista”… Per piacere, su: un po' di coerenza!?

La conclusione di tutti questi ragionamenti, ahimè, è che il Pd si è alleato con Berlusconi. Sono andati avanti mesi a menarcela che ciò non sarebbe mai accaduto, e invece è accaduto. Enrico Letta, da sempre uomo simbolo delle tendenze inciuciarie del Pd, ha finalmente raggiunto il suo obiettivo (nonostante, a parole, dicesse altro). E' stato scaltro e molto furbo… Ha saltato a piè pari qualunque passaggio democratico, ed è arrivato in un luogo di grande prestigio. Se la sua esperienza di Governo non dovesse andare proprio malaccio, potrebbe essere addirittura lui il nuovo leader di quella parte del Pd liberista e “inciucista” (se fossi in Matteo Renzi incomincerei seriamente a preoccuparmi…).

Insomma, ormai l'avrete capito: questo Governo non mi piace neanche un po' (tranne qualche bella novità, tipo il Ministro Cécile Kyenge)! Non combinerà nulla di buono, e non farà nulla di quelle cose che davvero servono al Paese (anti-corruzione, lotta all'evasione, conflitto d'interessi, ecc.). Non le farà, perché altrimenti cadrebbe subito (anche se, a mio avviso, non durerà comunque molto). Berlusconi, che è l'unico che gongola e sorride sempre, tiene ben stretto “per le palle” l'intero esecutivo, e detta lui tutte le regole e le condizioni del gioco. La prima mossa sgradita di Letta, e si va tutti a casa. Letta questo lo sa bene, e infatti dà per certe tutte le Leggi che piacciono al Pdl, e tutte in forse le Leggi che piacciono al Pd.

Il Pdl, tra l'altro, non avrebbe troppi problemi a “staccare la spina” al Governo: tutti i sondaggi lo danno in vantaggio (tanto più dopo le pesanti figuracce del Pd). Secondo me, bisognava tenere in campo il Governo che c'era, cambiare la Legge elettorale (a maggioranza parlamentare), e tornare subito al voto (tra l'altro, nessuno dice che ci ritroviamo in questa “merda” perché il Parlamento precedente non è riuscito a mettersi d'accordo per cambiare questo benedetto Porcellum. L'alternativa a questo Governo sarebbe stata il ritorno alle urne, il quale ci sarebbe costato nuovamente qualche milione di euro. Insomma, le facce di culo che ora stanno in Parlamento sono le stesse che si sono rifiutate di sistemare le cose quando avrebbero potuto. Hanno portato il Paese allo stallo, e ora sono tutte di nuovo al Governo… Addirittura insieme!?).

L'unica cosa certa è che questo “abbraccio mortale” con Berlusconi uccide sempre di più la Sinistra: la soffoca, come un boa che si stringe lentamente intorno al collo. Se il Pd non si dà una svegliata immediatamente, rischia seriamente di riconsegnare il Paese in mano ai soliti pagliacci. E' un vicolo cieco: un infernale gioco dell'oca, da cui si riparte sempre dal via, e da cui l'Italia rischia davvero di non riuscire ad uscirne più. Si dividesse chi si deve dividere. Chi rimane, invece, cominci a stilare un'immagine di Mondo nuovo e possibile. Lo ripeto: tutto il futuro si gioca sull'economia, e su quale tipo di Società si vuole immaginare. Da una parte c'è chi pensa che tutto deve continuare esattamente com'è stato fino ad ora (crescita, profitto al centro di tutto, Capitalismo sempre più concorrenziale, eccetera), mentre dall'altra c'è chi ha l'ardire d'immaginare una Società diversa. Nel primo gruppo ci sono, chi più chi meno, la maggior parte dei soggetti (partiti, aziende, lobby varie, ecc.). Nell'altro, invece, ci sono i Movimenti partiti dal basso (il più grande e rappresentativo è il 5 Stelle), gli Artisti, i filosofi… Tutte quelle figure, insomma, che non si accontentano di bersi le “favole” così per come gli vengono raccontate. La Sinistra, a mio avviso, quella “vera”, dovrebbe stare proprio in questo secondo gruppo. La Sinistra dovrebbe essere quella parte del Paese in grado d'immaginare e disegnare orizzonti nuovi e prospettive diverse. Deve smetterla di avere paura di essere troppo “estremista” e “radicale” (sono i Tempi che viviamo che ci portano, automaticamente, a radicalizzare le nostre posizioni), e deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie idee. Solo così può sperare di vincere e governare questo nostro Paese (fatta salva la libertà che i cittadini hanno dentro le urne)…

C'è bisogno, insomma, di una Sinistra nuova, per un Mondo nuovo. E tutto questo, mi spiace dirlo, è quanto di più distante ci possa essere da Enrico Letta e il suo Governo…

Un caro saluto a tutti.

Anima Blu

venerdì 29 marzo 2013

Il Vento del cambiamento...

C'è un Venticello molto piacevole che sta soffiando in Vaticano da qualche giorno a questa parte. E' il Vento del cambiamento, del rinnovamento, della Speranza. E' quella brezza tipica che inizia a soffiare dopo che c'è stata tempesta. Così pare essere, anche in questo momento… Dopo che la Chiesa ha toccato il fondo più nero, pare stia iniziando a risalire il pozzo in cui era precipitata. Questa, in linea di massima, è una “Legge naturale della Vita”: solo quando si arriva al gradino più basso della scala, si acquista poi la consapevolezza e la voglia di risollevarsi dalla misera condizione in cui ci si è ridotti.

Il Vento del cambiamento ha iniziato a soffiare prepotente con l'elezione del nuovo Pontefice: Papa Francesco. A questo punto urge una premessa indispensabile, onde evitare pensare che si stia per trattare dell'ennesima beatificazione terrena del nuovo Papa da parte del solito cattolico sfegatato. Chi vi parla è un agnostico convinto, fiero di esserlo, molto critico nei confronti dell'istituzione Chiesa. Tuttavia, debbo confessare che l'elezione di questo nuovo Papa mi ha particolarmente emozionato. Ero davanti alla tv, mercoledì dell'altra settimana, quando ho sentito l'annuncio del nome scelto dal nuovo Papa… Ed è stata un'emozione davvero indimenticabile. Un'emozione talmente grande da farmi scendere addirittura alcune lacrime (non mi vergogno a dirlo…). Ad emozionarmi così tanto non è stata né l'omonimia che mi riguarda, né altri banali motivi. Ad emozionarmi così tanto è stato l'enorme coraggio che la Chiesa ha FINALMENTE avuto. Ricordo che la prima cosa che ho pensato, all'istante, è stata: diamine, quei 100 e passa Cardinali rinchiusi nella Sistina, hanno finalmente avuto la forza di voltare pagina!! Hanno compreso quanto grave e marcia fosse la situazione della Chiesa, e hanno deciso di non prendere vie di mezzo o scelte conservatrici.

Sì, ho pensato tutto questo solamente sentendo quel nome: Francesco. Ancora non sapevo chi fosse il nuovo Pontefice. Il nome Bergoglio, come a tanti di noi, non mi diceva assolutamente nulla. Tuttavia, sapevo che eravamo di fronte ad una svolta epocale e ad un Papa che avrebbe cambiato il volto della Chiesa. Sì, perché solamente dal fatto che quest'uomo aveva avuto il coraggio di farsi chiamare Francesco, si poteva intuire che fosse una persona straordinaria. In 2000 anni di storia, nessuno aveva mai osato tanto (e non è affatto un caso). Francesco, il poverello di Assisi, l'essenza del Cristianesimo, è sempre stato considerato dai porporati una “dolce figurina”. Una “dolce figurina”, e nulla di più. Una specie di “caramella al miele” da distribuire ai fedeli, ma da tenere molto lontano dalle faccende dello Stato del Vaticano. Del resto, cosa diamine potevano c'entrare i Princìpi di assoluta povertà del monachello d'Assisi, con uno Stato che è nella black list dei Paesi canaglia in materia fiscale? O con una banca piena delle peggiori nefandezze mondiali, quale è lo Ior? O con la Banda della Magliana, la Mafia, e con tutto quello che sappiamo (e sopratutto, che NON sappiamo)? Tutti i predecessori di Bergoglio, probabilmente, hanno fatto questo stesso mio ragionamento. E per questo motivo, nessuno (fino ad ora…) aveva mai “osato tanto” (forse anche per rispetto al povero San Francesco)… Pensate solo che non ebbe questo coraggio nemmeno una figura rivoluzionaria, come fu quella di Papa Luciani (il che la dice lunga su quanto gravoso sia l'impegno che si è caricato Bergoglio assumendosi quel nome)!?

Il cardinale venuto “dalla fine del Mondo”, invece, questo coraggio ce l'ha avuto. I primi gesti del nuovo Pontefice vanno tutti, ovviamente, nella direzione che già il nome preannunciava: quell'inchinarsi di fronte al “popolo di Dio”, quel rinunciare a sfarzi e privilegi, quel camminare fra la gente con semplicità, quell'auspicare (subito, appena eletto) una “Chiesa povera per i poveri”… Attenzione: lungi da me il voler “beatificare” in Terra Papa Francesco!? Per me, è e rimane prima di tutto un uomo (con tutte le miserie e le caducità che questo comporta). Tuttavia, rilevo che ci sono alcuni segnali (“piccoli” e “grandi”) che paiono preannunciare un Papato grandioso… Un Papato che, a mio avviso, lascerà una grande impronta nella storia della Chiesa e dell'Umanità.

Certo, la straordinarietà di una figura come quella di Papa Francesco, fa da contraltare alla straordinarietà di momenti negativi che la Chiesa sta attraversando. Papa Bergoglio è stata la “degna risposta” ad una Chiesa sommersa e travolta dagli scandali, completamente allo sbando, senza più fede né vocazione. Sopratutto, è stata la “degna risposta” ad un altro evento “storico” che ha riguardato la Chiesa negli ultimi tempi… Ossia, l'abdicazione di un altro Papa: Benedetto XVI.

Probabilmente la stiamo digerendo molto velocemente, ma la scelta di Ratzinger è stata davvero epocale. Il “pastore tedesco” è fuggito dal trono di Pietro, incapace e spaventato dal marciume che si è ritrovato tutto intorno a sé (perché di questo si è trattato, checché se ne dica). Ratzinger, con quel suo gesto eclatante, ha dimostrato la completa umanità e fallibilità di un uomo chiamato Papa. Fino a quel momento, i pontefici venivano considerati delle specie di “semi-dei”, nominati dallo Spirito Santo e completamente invincibili. Benedetto XVI, con un semplice gesto, ha scardinato millenni di balle e credulonità (e di questo, gli va dato atto e merito). Al di là di questa unica mossa “rivoluzionaria”, però, è stato un Papa assolutamente debole ed insignificante: freddo, lontano dalla gente… E, sopratutto, incapace di prendere in mano le redini di una Chiesa completamente fuori strada. Quando si è finalmente reso conto delle sue incapacità, ha preferito mollare tutto e rifugiarsi in “clausura” (diciamo che il coraggio non è mai stata l'arma migliore di Ratzinger, fin da quando in gioventù servì l'esercito nazista senza fare troppi rimbrotti). Intendiamoci: se Benedetto XVI avesse rinunciato al proprio Ministero per sopravvenute incapacità fisiche avrei capito benissimo, ma mi sembra più che evidente che la sua sia stata una scelta dettata “solamente” dall'incapacità di gestire una “patata bollente” troppo grande chiamata Chiesa. Diciamo che Ratzinger, nel migliore dei casi, non era la persona più adatta per diventare Papa (infatti ricordo che, per molto tempo dopo la morte di Karol Wojtyla, avvertivo netta la sensazione che non ci fosse un altro Pontefice, bensì un semplice uomo vestito di bianco).

Papa Francesco, ora, ha fra le sue mani un compito davvero arduo ed estremo: salvare la Chiesa! L'unico modo per ottenere ciò è distruggere tutto il marcio che c'è (salvaguardando il buono), e ricostruire dalle macerie una Chiesa nuova (finalmente fedele al Vangelo e agli insegnamenti di Gesù, e lontana dallo schifo del Mondo… Ciò che la Chiesa stessa non è mai stata!). Non so se questo Papa sarà in grado di fare tutto ciò. Le premesse, come già detto, son tutte buone. L'unica mia grande paura è che Bergoglio si adagi sull'immagine del “Papa buono”. Voglio dire questo: ciò di cui la Chiesa (e il Mondo) hanno un estremo bisogno non è di un altro Papa “buono” (ne abbiamo già avuti tanti di Papi buoni), ma di un Papa “con le palle” (mi si perdoni l'eufemismo…). Poi, per carità: ben venga che lui sia anche un Papa buono, carismatico, e vicino alla gente. Tuttavia, mi auguro vivamente che il suo Pontificato non si limiti a ciò, perché sarebbe davvero un'occasione sprecata. Quello che sogno (e spero) è un Papa umano ma rivoluzionario, dolce ma deciso, tenero ma forte. Un Papa capace di guidare il suo “gregge”, ma capace anche di “scacciare i mercanti dal Tempio” tutte le volte in cui questo si rendesse necessario (e saranno tante, le volte… Oh, altroché, se saranno tante…). Ripeto: non so se questo Papa avrà il coraggio e la forza di “rivoluzionare” davvero la Chiesa. Sopratutto, non so se glielo lasceranno fare. Questa è l'altra mia grande paura. Ho paura che nell'ipotesi Bergoglio voglia davvero rivoluzionare troppe cose, venga presto “fermato” dagli avvoltoi Vaticani. Ho paura, insomma, che gli venga riservato lo stesso trattamento dato a Papa Luciani (perché, detto fra noi, anche Papa Giovanni Paolo I è stato “fermato”… No?). Diciamo che sicuramente, in questi giorni, in Vaticano, c'è un sacco di gente che sta inghiottendo quintali di veleno. Consiglio a chi è credente di pregare molto, affinché se esiste davvero un Dio protegga questo povero sventurato arrivato dalla “fine del Mondo” nella sua difficile (quasi impossibile) missione.

In conclusione, dico che sarebbe bello se la stessa brezza che spira in Vaticano spirasse anche sul resto d'Italia (e del Mondo…). Anche il nostro Paese, il nostro Stato, sta toccando punti molto bassi della sua Storia. Anche alla guida dell'Italia (e del Pianeta intero), quindi, occorrerebbero persone come Bergoglio. Persone che ripartano dal concetto di UGUAGLIANZA (la particolare attenzione che Papa Francesco sta riservando ai poveri implica automaticamente il ripristino di condizioni di Vita più giuste e più eque per tutti), di SALVAGUARDIA DEL CREATO (la difesa dell'ambiente), di ONESTA' e di UMILTA'. Questi sono i temi basilari da cui tutto il Mondo dovrebbe ripartire, per riuscire ad uscire dal lungo inverno in cui è imprigionato.

Debbo ammettere che qualche “piccolo” segnale in questo senso lo sto vedendo anche in Italia (negli ultimi mesi…). La recente elezione di Laura Boldrini alla Presidenza della Camera, ad esempio, è stato un piccolo “spiraglio” di luce. La Boldrini, oltre ad essere una personalità pulita e stimata a livello internazionale, ha da sempre posto al centro della propria Vita l'attenzione ai più deboli e più poveri (un po' come il nuovo Pontefice. Diciamo che c'è stato quasi un filo comune che ha legato queste due elezioni, così vicine nel Tempo e così simili). Un altro piccolo segnale molto importante è stato l'arrivo in Parlamento dei cittadini del Movimento 5 Stelle. Credo che, al di là di come la si pensi su Grillo e Casaleggio, si possa comunque tutti concordare che l'arrivo nelle Istituzioni di persone “comuni” ed oneste non possa che essere positivo.

Certo, piccoli segnali rispetto all'elezione di un grande Papa, ma comunque belli da sottolineare. Speriamo, sopratutto, che si persegua sui sentieri tracciati, in modo da far sì che la brezza pontificia si trasformi al più presto in un “tornado di cambiamenti” che travolga tutto e tutti.

Magari è la mia solita utopia, ma in questo momento sono felice di crederci. Invito come sempre tutti ad impegnarsi nella propria Vita, affinché le cose cambino e migliorino.

Un abbraccio grande,
Anima Blu

sabato 16 marzo 2013

La Sinistra è morta. Anzi no... E' più viva che mai.


… Evvai!! Il Pd ce l'ha fatta!! E' riuscito a perdere le elezioni un'altra volta. E' incredibile quanto questo Partito sia riuscito a collezionare fallimenti, in tutta la sua storia politica. Eppure, i suoi dirigenti, continuano a non capirlo. Più prendono massi in faccia, e più continuano imperterriti nel cammino intrapreso. Non l'hanno mica ancora capito che se sei di Sinistra, devi fare le cose di Sinistra… Mentre se sei di Centro, devi fare le cose di Centro. Il Pd è come una specie di balena: grossa, pesante, confusa… Nella pancia della balena, poi, c'è di tutto e di più: ex democristiani, ex comunisti, ex socialisti, liberisti dell'ultima ora. Ovviamente, per accontentare tutti, si dà un colpo al cerchio e uno alla botte: non c'alleiamo con il Centro, perché siamo di Sinistra… Non c'alleiamo con la Sinistra (Di Pietro/Ingroia), perché siamo di Centro… E via di questo passo. Così, combinano solo pasticci, e perdono regolarmente le elezioni.

… E anche questa volta, le hanno perse. Ce l'hanno fatta. Con quasi 10 punti di vantaggio sugli avversari (stando ai sondaggi), sono riusciti ad arrivare alla fine con un sostanziale pareggio. Guardate che sono proprio bravi quelli del Pd, eh… Non è da tutti riuscire a perdere le elezioni in questo modo!? Bisognerebbe dargli un premio: ci vuole talento per riuscire a combinare certe stronzate!?

La campagna elettorale del Partito Democratico è stata, a dir poco, inutile. Non c'è stato l'annuncio di un solo provvedimento “eclatante”… Per carità, io sono contrario alle promesse “farfallone” pre-elezioni (promesse che vengono poi puntualmente disattese), ma sono pure contrario a quest'apatia tipicamente bersaniana. Voglio dire: l'Italia sta ridotta con le “pezze al culo”… Ci saranno pur dei provvedimenti radicali da dover/poter prendere!? La Sinistra non era quella forza “progressista”, capace di far sognare le persone e disegnare un futuro migliore per l'Umanità? Diamine: Bersani e i suoi sembrano più conservatori degli ex Dc!? Il Pierluigi, perso fra sogni di gloria e improbabili giaguari da smacchiare, ha passato tutto il tempo ad invocare “un po' più” di ogni cosa: un po' più di lavoro, un po' più di etica, un po' più di non so cosa. Risultato finale: la gente non ha capito nulla di cosa volesse davvero fare una volta al Governo (e, probabilmente, non l'ha capito nemmeno lui), e così è andata a votare in massa Grillo.

… E il discorso delle alleanze, poi? Qui il Pd ha raggiunto, e raggiunge tutt'ora, il massimo della sua comicità. E' una Vita che il Pd ha scelto di chiudere le porte in faccia ad una vera coalizione di Sinistra. Ha sempre detto: “mai più Unione di Prodi”, ma “apertura” al Centro (dimenticando che a far cadere Prodi non fu la Sinistra radicale, bensì i guai giudiziari di Mastella e la compravendita dei parlamentari). Così, ha detto no ad un'alleanza con Ingroia (un 2,5%  che, in situazioni come quella attuale, sarebbe potuto tornare utile…), mentre ha passato tutto il tempo a “strizzare l'occhiolino” al signor Monti. Infatti, Bersani, quando ancora era convinto di avere quasi 10 punti di vantaggio, già annunciava che dopo il voto si sarebbe comunque alleato con il Centro. E Grillo? Grillo no, per carità. Grillo era il diavolo fatto in persona: fascista, anti-europeista, demagogo e populista. Vi ricordate Bersani quando diceva: in Parlamento c'alleeremo con chiunque, tranne che con le forze populiste e anti-europeiste? E vi ricordate Enrico Letta, quando delirando diceva: preferisco che i voti vadano al Pdl, piuttosto che si disperdano con Grillo? Bene… Ora, dopo essersi accorti che il “populismo” è il primo partito in Italia, e che i moderati non esistono praticamente più, Bersani e i suoi sono irrimediabilmente corsi dal Movimento 5 Stelle con il “piattino in mano” supplicando un'alleanza (della serie: la coerenza è un optional non previsto… Nemmeno a Sinistra)!?.

Il Partito Democratico, sulle alleanze, è sempre stato sfortunato. Poverino. Vi ricordate quando il Pd faceva la corte a Casini, e Casini schizzinoso li ignorava (oggi, Casini, si venderebbe pure un rene pur di allearsi con qualcuno)? Oggi fa la corte a Grillo, e Grillo (come ovvio) li ignora schifato. Il Pd mi ricorda tanto quei poveri ragazzi cicciottelli, un po' sfigati, che ogni tre per due s'innamorano di qualche bella ragazza… Fanno continue proposte di fidanzamento, ma ricevono in cambio solo puntuali “due di picche”.


La verità di tutta questa situazione è che la Sinistra, per come la conoscevamo, è completamente morta. Basta guardare i risultati delle ultime elezioni: Ingroia ha fatto il 2,5% (comprendeva tutti gli ex partiti di Sinistra radicale, più Di Pietro… Ricordiamoci che l'Italia dei Valori, fino a pochi mesi fa, aveva un bacino elettorale dell'8%), Vendola il 2,5% (valeva il 7%), Bersani ha perso quasi dieci punti… Insomma, la situazione è più che chiara. Domanda: a chi sono andati tutti i voti della Sinistra? Ovvio: a Grillo! E' da una Vita che lo sostengo: il M5S è una forza FONDAMENTALMENTE di Sinistra. Grillo ha, sostanzialmente, provocato uno scisma a Sinistra. Circa un anno fa, dopo le scorse elezioni amministrative, scrissi un articolo (che potete ri-leggere qui: http://animabluartista.blogspot.it/2012/05/lettera-damore-alla-sinistra.html) in cui “preannunciavo” la “scomparsa” della Sinistra se essa non avesse compreso la “forza” prorompente del Movimento 5 Stelle. Ribadivo allora, e tanto più ribadisco oggi, che Grillo e i suoi portano avanti quelle “istanze storiche” della Sinistra (difesa dell'ambiente, lotta alla “cattiva” globalizzazione, promozione dei princìpi di legalità, eccetera), che la Sinistra ha da tempo abbandonato. Solo ora il Pd e i suoi si accorgono della situazione, correndo ai ripari con 8 punti in cui fanno un “mea culpa” (poco sincero…) su ciò che non hanno fatto. Il punto è che, probabilmente, è ormai troppo tardi. La “nuova Sinistra”, più viva che mai, è il Movimento 5 Stelle. I buoi sono già scappati dalla stalla, e farli tornare indietro è praticamente impossibile.

Certo, non tutti i voti che ha preso Grillo provenivano da Sinistra. C'è sicuramente una buona fetta di gente che ha votato M5S, solo per liberarsi della “vecchia classe politica dirigente”. Gli slogan del “mandiamoli tutti a casa”, gli scandali dei partiti, i fallimenti dello Stato di fronte alla crisi economica, hanno certamente portato un buon bacino di voti. E qui vedo anche il primo grande pericolo per la neonata formazione politica… Quale? La coesistenza di “anime politiche” troppo diverse all'interno di una stessa bandiera (un po' lo stesso problema che ha il Pd… Ironia della sorte!). Domanda: al di là del comune obiettivo di smantellare il vecchio sistema partitocratico (che accomuna, nel M5S, elettori di Destra e di Sinistra), ci sono altri traguardi condivisi dalla quasi totalità del Movimento? Ad esempio: sull'idea della Società del futuro, e del sistema economico da adottare, quale politica si perseguirà? Grillo, non è un mistero, è un sostenitore del Movimento della Decrescita felice. Ma un ex elettore del Pdl, che fino a ieri era un fervido sostenitore del Capitalismo selvaggio e del consumismo, sarà ugualmente disposto a sostenere un domani un così radicale cambio di marcia? Ho qualche dubbio. Le ipotesi sono due: o un sacco di gente si è “convertita” sulla via del “grillismo”, oppure un sacco di gente ha votato Movimento solo per mandare a casa tutti gli altri (senza troppo considerare il resto del Programma). Propendo per quest'ultima ipotesi… E se c'ho azzeccato, vedrete che fra un po' la questione esploderà in tutto il suo fragore (anzi, mi stupisco del come mai nessuno abbia notato prima questa evidente contraddizione).

Una cosa è certa: il M5S non darà mai la fiducia ad un governo Pd. Questo mi pare abbastanza ovvio. Non capisco come si sia anche solo potuto pensare che Grillo e i suoi facessero una scelta simile. Dopo essere stati eletti con lo slogan “mandiamoli tutti a casa, pdl e pd meno-elle”, ora dovrebbero votare la fiducia ad uno dei due schieramenti? Gli intellettuali italiani si sono proprio rincretiniti, per non arrivare a comprendere una banalità simile?! Sì, d'accordo… Se la guardo da certe posizioni politiche, condivido anch'io che sarebbe preferibile se Grillo desse vita ad un Governo finalmente di Sinistra. Tuttavia, ragionando in maniera asettica, è più che evidente che ciò non accadrà mai (e i motivi sono noti).

Cosa accadrà ora? La soluzione migliore, escludendo l'ipotesi Governo Pd-M5S, sarebbe quella di fare una Legge elettorale che consenta finalmente a chi vince di governare (anche se si vince di un sol voto), e di tornare poi a votare. Questa soluzione, in teoria, dovrebbe andare bene un po' a tutti, visto che i tre principali schieramenti (Pd, Pdl, e M5S) sono a poca distanza uno dall'altro. La mia paura, però, è che Napolitano c'appioppi invece un altro bel Governo tecnico (o peggio un Governissimo). Si sa quanto il nostro amato Presidente sonnolente sia un fervido amante dei tecnici, e degli inciuci di Palazzo.

Staremo a vedere… L'importante, lo ribadisco, è che si faccia una Legge elettorale che consenta a chi vince di governare (a doppio turno, magari… Così da sembrare un pelo più democratica). Dopodiché, il futuro dell'Italia sarà solo in mano agli italiani (i quali, a quel punto, non avranno più alcun alibi dietro il quale trincerarsi).

Un abbraccio grande…

Anima Blu

PS: Diamine, in mezzo a tutto il bailamme delle cose che avevo da dire, mi sono dimenticato di dire due parole sul risultato di Silvietto!? Va beh, ma cosa c'è da dire ancora su quel pover'uomo? Si commenta benissimo già da solo…

In realtà, al di là delle facili battute, c'è da rilevare che il Popolo della Libertà ha tenuto molto bene i consensi. In queste settimane, ho sentito un sacco di gente “sconvolta” da quanti voti riesca ancora a far su il pagliaccetto di Arcore. Tutti a dire: ma com'è possibile che gli italiani gli credano ancora? Com'è possibile, com'è possibile? Io, per conto mio, ho una personalissima teoria. Ed è la seguente… Agli italiani che votano Berlusconi non interessa nulla se il Cavaliere mantiene le promesse di migliorare l'Italia. Chi vota Pdl non lo fa pensando al bene del proprio Paese. Chi vota Pdl ha l'unico obiettivo di star meglio lui. Sanno che quando Berlusconi promette qualcosa, purtroppo lo mantiene. Quando ha promesso di togliere l'Ici, l'ha fatto. Stesso discorso vale per il condono, lo scudo fiscale, e tutte le altre porcherie varie. Chi se ne frega se poi l'Italia affonda per certe scelte scriteriate… L'importante è che, sul momento, si stia meglio (e, soprattutto, si abbiano più soldi nel portafoglio). Del resto, non è un caso se siamo il Paese in Europa con i più alti tassi di evasione fiscale, corruzione, e mafie varie. C'è una parte d'Italia che è marcia, e in quanto marciume vota per chi gli consente di continuare ad esserlo. Perciò, rassegnamoci all'idea che Berlusconi avrà sempre un suo bacino di voti (più o meno grande)… E non stupiamoci più se c'è qualcuno che “continuerà a credergli” in eterno.

Passo e chiudo.

martedì 19 febbraio 2013

La lezione di Oscar... (2)

La notizia dell'arresto di Oscar Pistorius è stata davvero un triste “evento” per tutto il Mondo della cosiddetta “diversa abilità”.

Oscar, come ovvio, era un “esempio” di Forza, Determinazione, Coraggio, eccetera. Era l'esempio di come andrebbe affrontata e vissuta una “condizione di svantaggio”. A me, personalmente, non stupiva tanto per questo aspetto (chi vive la disabilità sulla propria pelle, sa benissimo che di Pistorius ce n'è a bizzeffe in giro per il Mondo... Magari nascosti e poco visibili ai media, ma ugualmente impregnati della stessa “forza di volontà”). A me piaceva per il suo modo di concepire la “disabilità”. Mi colpì positivamente quando decise, e riuscii, a gareggiare con i cosiddetti “normodotati” alle scorse Olimpiadi. La trovai una notizia “storica” (pari quasi alle dimissioni del Papa), e mi dispiacque molto per quanto poco venne sottolineata dal Mondo. Per questo motivo scrissi anche un articolo (che potete ri-leggere qui: http://animabluartista.blogspot.it/2012/08/la-lezione-di-oscar-e-altri-piccoli.html), in cui elencavo i motivi per cui l'impresa di Oscar era (a mio avviso) davvero importante.

Oggi Oscar è un assassino. Ha ucciso la sua compagna. Se verrà confermata l'accusa di omicidio volontario, la sua “buona stella” si eclisserà definitivamente (sempre che non si sia già eclissata). L'eroe positivo si è trasformato in eroe negativo. L'uomo “buono” si è trasformato in criminale.

I motivi per cui ha fatto questo gesto non sono chiari (e, francamente, nemmeno m'interessano). Probabilmente, come chiunque compie un'azione simile, Oscar non è riuscito a “sconfiggere” i suoi “demoni interiori” (traumi, mancanze, dolori, eccetera). Probabilmente, come molti grandi “campioni della Vita”, anche Pistorius aveva un suo “lato nero, negativo” (quello che la frivolezza dei media non mostra mai)... E quel lato, ora, è uscito allo scoperto nel peggiore dei modi.

Una cosa è certa: Oscar Pistorius è stato un “numero uno”, in tutti i sensi. E' stato uno di quelli che aprono le piste mai battute prima. Nel Bene, come nel Male. E' stato il primo disabile della Storia a gareggiare con i “normodotati”, così come è stato il primo disabile della Storia (noto) a compiere un omicidio. E da entrambi gli eventi, Oscar ci lascia due grandi “lezioni di Vita” (più o meno consapevolmente).

Il filo che lega le due “lezioni di Vita”, a mio avviso, è il medesimo: non esiste alcuna differenza fra “abili” e “disabili”. Lo so... Detta così può sembrare banale. Tuttavia, basta conoscere ed essere un po' addentrati nella Realtà della “disabilità” per comprendere quanto centrale sia ancora oggi questo problema.

La prima grande “lezione di Vita” che Oscar ci lascia è stata il suo voler gareggiare in un'Olimpiade “normale”... Con questo suo gesto, fra le varie cose, ha voluto dire BASTA alla continua relegazione dei disabili in situazioni ed eventi separati. Chi conosce e frequenta un pochino il cosiddetto “mondo dell'handicap”, sa benissimo come nella nostra Società ci siano “momenti” per tutti, e “momenti” per chi è portatore di handicap (nello sport come nell'Arte, nella politica come nel lavoro). Si tratta di un'abitudine assolutamente STUPIDA e VECCHIA, a cui va posta fine al più presto... Oscar, con la sua determinazione, ha dimostrato che certe barriere possono e devono essere superate.

La seconda grande “lezione” che ci lascia (questa sicuramente inconsapevole) è legata al terribile gesto che ha compiuto: l'omicidio della compagna. Proprio in questo periodo, stavo riflettendo sul fatto che nessun disabile (fino ad ora) era mai salito agli altari della cronaca per qualche fatto “estremamente grave”. La disabilità, nella nostra Società, viene o ignorata completamente, o esaltata fino all'estremo (grandi azioni compiute, grandi personaggi, grandi “forze di Volontà”, eccetera). Mi domandavo invece come avrebbe reagito, quella stessa Società, di fronte ad un'azione “riprovevole” e “disgustosa” compiuta da un portatore di handicap. Mi chiedevo se sarebbe stata pronta per affrontare una situazione simile, e se sì, come si sarebbe comportata... Avrebbe tentato di scusare il “disabile delinquente”, adducendo magari scusanti riconducibili proprio all'handicap del soggetto? O, al contrario, si sarebbe scatenata con grande cattività/odio repressi (come è accaduto con altri tipi di categorie “svantaggiate”, tipo gli immigrati)? Purtroppo, la mia curiosità è stata presto accontentata. Certo, è ancora presto per rispondere ai miei quesiti (osserverò con attenzione quanto accadrà, e riferirò magari in un prossimo articolo)... Per intanto, pur nella tragicità di quanto accaduto, rilevo che Oscar ci ha lasciato (ancora una volta) un'immagine “giusta” del soggetto disabile.

Sì, perché oggi il Mondo si divide in due categorie: quelli che pensano che i disabili siano degli “angeli”, e quelli che pensano che siano dei “diavoli”.

La prima categoria di persone ha l'immagine del portatore di handicap come di una sorta di “angelo del Signore”: asessuato, completante buono, incapace di compiere qualunque tipo di azione cattiva... Una grandissima STRONZATA!? Sì, perché ci sono un sacco di disabili che sono degli stratosferici “pezzi di merda” (me per primo, in certi momenti...), capaci delle peggiori nefandezze. Porre una persona su un livello “superiore”, solo perché fisicamente “diverso”, è uno dei più grandi errori che si possa fare. Va altresì detto che la visione “dell'angelo in carrozzina” è molto legata alla tradizione cristiano-cattolica. La Chiesa, infatti, ancora oggi, ha l'idea del disabile come di una sorta di “sofferente”, di “malato”... E per questo motivo, nell'immaginario di taluni uomini e donne di fede, l'invalido è una sorta di “prolungamento diretto” del Signore (incapace, quindi, di compiere peccato alcuno).

La seconda categoria di persone, al contrario, ha l'immagine del disabile come di una sorta di “povero represso indemoniato”. Vi posso assicurare che ho taluni amici che, nell'iniziare a frequentarmi, hanno ricevuto “accalorati” consigli a desistere nel farlo. Sono stati turlupinati da parenti preoccupati, che gli prospettavano momenti d'inferno al mio fianco. Le frasi tipiche sono: “quelli come lui sono intrattabili, perché hanno sofferto tanto nella Vita!”, “per un nonnulla danno in escandescenze”, “ne ho conosciuto uno, una volta, che urlava tutto il santo giorno!”. La stupidità e l'ignoranza di tali affermazioni non va nemmeno commentata.

Tuttavia, va detto che fra le due categorie la prima va per la maggiore (ossia, quella del “disabile sempre buono”). Questo anche perché, come già detto, i media continuano ad offrire un'immagine esclusivamente positiva della disabilità. Intendiamoci: va benissimo che sia così... Anzi, ben venga (io sono fra i primi che se ne “approfittano” in positivo di questa attenzione....)! Ciò che manca (o meglio, mancava), però, erano anche altre immagini della disabilità... Altre “facce della medaglia”.

Oscar, con il suo terribile gesto, ha aperto una nuova prospettiva sulla disabilità. Ha spalancato una finestra che, fino a questo momento, non era stata mai nemmeno “presa in considerazione”.

… Non cambia e non stravolge nulla, per carità. Solo contribuisce, nella sua tragicità, ad aggiungere un piccolo tassello nella costruzione di un'immagine “giusta” della disabilità. La nostra Società, infatti, fa una fatica immane nel riuscire a considerare la disabilità “alla pari” di tutto il resto. Oggi, come esemplificato sopra, si tende a porre l'handicap o “troppo in alto”, o “troppo in basso”, rispetto a tutto il resto (comportamento sbagliato, in entrambi i casi). Ciò che manca è proprio la predisposizione mentale, e sopratutto la volontà, di considerare tutto e tutti “allo stesso livello”: né più, né meno, ma esattamente alla pari.

Oscar Pistorius, con la sua Vita, è venuto ad insegnarci proprio questo. E' venuto a dirci che un disabile è una persona come tutte le altre... Una persona capace delle imprese più meravigliose, come dei gesti più terribili. Esattamente come lui... Nelle sue più grandi vittorie, come nelle sue più misere cadute, Pistorius si è dimostrato profondamente ed intrinsecamente umano... Profondamente “normale” (per quanto fittizio e stupido possa essere questo termine).

… Ora resta solo l'amarezza per la perdita di un grande “guerriero”. Ora è giusto che paghi tutto quello che ha fatto, senza sconti o buonismi di sorta. Altrettanto giusto è che, ciascuno di noi, nel proprio piccolo, continui ad operare per contribuire a costruire un Mondo un po' più “normale” e un po' più “diverso”...

Un abbraccio a tutti.

Anima Blu

mercoledì 30 gennaio 2013

Panpiatto: un'idea per cambiare le sorti del Mondo...


Spero di non passare per uno troppo autoreferenziale, se oggi vi parlo dei miei genitori e di una straordinaria idea che hanno avuto.

Per spiegare al meglio un'idea, in genere, bisognerebbe partire dal raccontare chi/come/e perché ha avuto quell'idea. Il problema è che se mi metto a raccontarvi dall'inizio chi sono i miei genitori, e cosa hanno fatto durante la loro Vita, non la finiamo più. Un romanzo intero non basterebbe. Così, vi dirò giusto un paio di cosette per inquadrare la situazione.

Partiamo dal dire che, quest'idea, è cominciata a balenare nella testa dei miei genitori verso la fine del secondo Millennio. Mamma e papà l'hanno subito avvertita come una sorta di “dono della Provvidenza”. Hanno pensato che, con quest'idea, avrebbero potuto aiutare a costruire un ambiente più sano per le “nuove generazioni”. Così, hanno deciso di approfondirla, studiarla, maturarla. E' stato un lungo percorso, durato anni e anni... Fino ad oggi.

Oggi quell'idea è stata brevettata, ed è pronta per essere presentata al Mondo. Ha anche un nome accattivante: “Panpiatto, il piatto commestibile all'Aloe Vera”.

… Ma partiamo dall'inizio. Appena sposati, i miei genitori, hanno abitato e lavorato per un po' di tempo nella città di Milano. Intorno agli anni '80, però, in seguito ad una forte vocazione religiosa, hanno deciso di compiere un vero e proprio “downshifting”... Cosa significa “downshifting”? Significa decidere di cambiare completamente la propria Vita. Significa, spesso, lasciare il proprio posto di lavoro, le proprie abitudini, la propria terra d'origine. Oggi il “downshifting” è molto praticato, quasi una “moda” (causa anche la crisi economica, che “obbliga” le persone a re-inventarsi un'Esistenza). I miei genitori, invece, fecero questa scelta più di vent'anni fa (in un'epoca in cui non lo faceva praticamente nessuno, se non gli hippie o qualche matto...). Precursori ed innovatori, già allora...

Così, dicevamo, abbandonarono la città di Milano, per trasferirsi a vivere in piccoli paesi di montagna. Lì riscoprirono il “sapore della Vita semplice”, quella che in città non si sentiva più (già allora, figuriamoci oggi...): l'aiuto reciproco, la solidarietà, il baratto. Impararono, dagli ultimi anziani contadini, a coltivare la terra, ad allevare qualche animale... Ma, soprattutto, impararono a fare il pane. E qui casca l'asino (o meglio, qui nasce il Panpiatto). Dopo aver preso un po' di dimestichezza con la panificazione naturale, iniziarono ad intravedere un possibile incrocio fra il pane ed il piatto. Ebbero così l'idea di creare un contenitore che potesse essere, allo stesso tempo, stoviglia ed alimento. Ciò che li spingeva e motivava nell'invenzione erano, in particolare, due obbiettivi: 1. creare un alimento totalmente naturale e salutare, 2. creare un prodotto a totale impatto zero per l'ambiente.

Un terzo obbiettivo che si erano prefissati, anche questo molto importante, era quello di creare un “piatto a tutti gli effetti”... Ossia, un piatto che potesse reggere al suo interno qualunque tipo di pietanza (solida o liquida, fredda o bollente, eccetera). Voler creare un contenitore commestibile, impermeabile, e soprattutto totalmente naturale (senza l'utilizzo, cioè, di additivi chimici o porcherie varie), è un'impresa davvero ostica. Tuttavia, mamma e papà riuscirono a trovare la giusta soluzione (anche lì). Richiamandosi alle tradizioni dei popoli antichi, decisero di utilizzare un pane di tipo azzimo (ossia, pane non lievitato). Presero una miscela di farine e un po' d'acqua, le mescolarono fra loro, e le composero in vari strati. Per renderlo impermeabile, e per conferirgli una totale stabilità organolettica, decisero di attingere alle proprietà del gel di Aloe (… e di altre sostanze naturali, opportunamente miscelate fra loro).

… L'Aloe Vera è il vero “segreto” di quest'invenzione! Come molti di voi sapranno, l'Aloe è una pianta dalle mille virtù. E' storicamente considerata un “elisir di lunga Vita”, e si dice abbia addirittura proprietà anti-tumorali. Certo è che, oggi, viene utilizzata un po' dappertutto: creme, saponi, oli, pannoloni... I miei genitori, invece, quasi vent'anni fa, “scoprirono” che l'Aloe poteva avere anche un'ottima funzione impermeabilizzante, ed essere utilizzata addirittura all'interno di un alimento. Così, la scelsero come “compagna di viaggio” in questa fantastica “avventura” chiamata Panpiatto.

… A questo punto vi starete domandando... Cos'è, in sostanza, il Panpiatto? Il Panpiatto è un contenitore che viene mangiato assieme al suo contenuto (un contenitore che può assumere svariate tipologie di forme, e funzioni: piatti, ciotole, scodelle, tazzine, eccetera...). E' fatto di pane, e può essere abbinato a qualunque tipologia di alimento. I tre grandi vantaggi che, a mio avviso, ha intrinsechi nel proprio Dna questo prodotto sono: la COMODITA', l'IMPATTO AMBIENTALE, e la SALUTARIETA'.

E' COMODO, innanzitutto, perché è un piatto a tutti gli effetti. Come già detto, può reggere al suo interno qualunque tipo di pietanza (solida, liquida, eccetera). In più, si abbina bene con qualunque tipo di sapore (dolce, salato, piccante, aromatizzato, eccetera)... Il suo gusto, infatti, è molto leggero e delicato (pur essendo, essenzialmente, pane...). E' comodo anche per un altro motivo molto importante: può essere prodotto e venduto in quasi ogni canale alimentare (supermercati, negozi, pub, bar, mense, ristoranti, fast-food, eccetera...). Infatti, Panpiatto può essere cotto, precotto, surgelato, prodotto a lunga conservazione (confezionato in atmosfera modificata, tipo pasta fresca), eccetera. Un ulteriore vantaggio in comodità, molto importante, è che questo prodotto può essere venduto anche già abbinato con altri alimenti al proprio interno (un esempio su tutti: Panpiatto cotto o precotto, con una insalatona mista o un secondo. Il cittadino che, in pausa pranzo, corre sempre, potrebbe consumarlo velocemente, pronto o riscaldato in pochi minuti... Fragrante e profumato come pane appena sfornato).

E' a totale IMPATTO ZERO. Intanto perché nasce con l'obbiettivo di essere un prodotto che non lascia alcun tipo di rifiuto. Infatti, essendo sostanzialmente un alimento, andrebbe consumato nella sua interezza. Tuttavia, avendo coscienza di quanti alimenti vengono purtroppo buttati nella nostra Società (pessima abitudine che dovremmo presto debellare...), i miei genitori hanno considerato anche la possibilità che alcuni residui del prodotto potrebbero andare buttati. E, anche alla luce di ciò, gli effetti positivi non scompaiono. Infatti, anche se andasse in parte gettato, verrebbe smaltito nell'umido (creando, quindi, un impatto assolutamente zero rispetto al normale ciclo dei rifiuti). Prima di gettarlo, tuttavia, c'è un'altra possibile strada: il riciclo. Il Panpiatto, come tutti gli alimenti, può avere anche una “seconda Vita”: essere alimento per eventuali animali (domestici e non), o compostaggio per la Terra. Il secondo grande vantaggio ambientale che si avrebbe dalla diffusione di questo tipo di prodotto è la sostanziale diminuzione nell'utilizzo di detergenti. I piatti “normali”, infatti, vengono costantemente lavati e puliti con detergenti che, immessi negli scarichi fognari, inquinano non poco l'ambiente. Panpiatto, essendo un contenitore commestibile monouso, non va lavato. E quindi, non produrrebbe nemmeno inquinamento “derivato”. Insomma, come avrete capito, l'elenco dei benefici ambientali è molto lungo...

Infine, è SALUTARE, perché al suo interno (come già detto) sono presenti sostanze naturali molto benefiche... Prima fra tutti, l'Aloe vera (le proprietà salutistiche dell'Aloe, anche se cotte ad alte temperature, non scompaiono).

Sapete... Solitamente si dice che i prodotti “eco” e “bio” siano “di nicchia”. La frase tipica è: “Sì, d'accordo... Sono buoni e salutari, ma complicati e costosi da produrre”.

Panpiatto, fra le varie cose, è arrivato anche per sfatare certi “falsi miti”. I miei genitori hanno pensato di brevettare quest'invenzione (sia in Italia, che all'Estero), e di presentarla al “mercato”, perché sono convinti che sia la dimostrazione di come si possano creare, allo stesso tempo, prodotti mirati alla conservazione della salute dell’Uomo e del Pianeta, ma anche ottimi e comodi per un uso veloce in una Società che corre veloce... Il tutto, senza dover scendere a compromessi.

Ovviamente, mamma e papà non sono imprenditori. Non hanno le capacità né pratiche, né economiche, per industrializzare questo prodotto su larga scala. Per questo motivo, ricercano partners a cui vendere o cedere l'utilizzo del brevetto.

La scommessa è certamente grande, ma tuttavia sono idee come questa che potrebbero risollevare la nostra economia. Tutti parlano di “innovazione”, come unica Via per far ripartire la nostra crescita, ma in pochi la fanno davvero. Ecco l'innovazione... E' arrivata: si chiama Panpiatto.

I miei genitori ricercano soggetti coraggiosi (in Italia, e all'estero), che abbiano la voglia e la determinazione di puntare su quest'idea. Insieme, sono convinti, si potrebbe davvero cambiare le “sorti del Mondo”.

Chi volesse avere maggiori informazioni può contattarli direttamente al loro indirizzo mail: giovanni.elena.canale@alice.it.

Chi, invece, come semplice cittadino, volesse dimostrare il proprio apprezzamento per quest'idea, può associarsi alla pagina Facebook correlata: www.facebook.com/Panpiatto .

Un caro saluto a tutti.

Anima Blu