martedì 21 agosto 2012

Caccia al magistrato!


Sembra che negli ultimi tempi il nuovo sport nazionale sia diventato la “caccia al magistrato”. Il Governo contro la procura di Taranto, il presidente della Repubblica contro i pm di Palermo, il Governo contro l'Anm (a sostegno del Presidente della Repubblica)... Di nuovo il “grave” (madonna quant'è grave) problema delle intercettazioni, la ricerca di una Legge per limitare “l'arroganza” e lo “strapotere” di quei cattivoni dei magistrati, i conflitti di attribuzione, eccetera. Guardo i titoli dei giornali e penso: ma è tornato Berlusconi? No, perchè sembra di stare (pari pari) nel periodo della legislatura berlusconiana. Pensavo che certe cose fossero appannaggio esclusivo di un Presidente corrotto e ladro, il quale si comportava in quel modo perchè convinto che lo Stato fosse un mezzo “a proprio uso e consumo” (utile solamente per tirarsi fuori dai guai giudiziari). Credevo che una volta caduto tale omuncolo non avremmo MAI più assistito a scontri fra poteri dello Stato, a tristi mortificazioni e desolanti picconamenti della nostra Democrazia. Alzi la mano chi avrebbe mai pensato che i “Presidenti tecnici” (grandi sostenitori della democrazia europea) si sarebbero permessi (anche loro) di interferire nell'attività della magistratura? Credo nessuno. Tutti convinti che con l'arrivo di Monti, uomo beneducato e sobrio, così lontano dallo stereotipo dello svaccato e strafottente Berlusconi, non avremmo più assistito a certe scempiaggini. Invece no. La manfrina, o perlomeno buona parte di essa, non è cambiata. I casi sono due: o abbiamo sopravvalutato Berlusconi (alla luce di quanto sta accadendo, spiace dirlo, ma vien fin quasi da ridimensionare l'agire deplorevole del caimano di Arcore), o Berlusconi ha “fatto scuola” (nel senso che gli altri, vedendo che lui poteva farlo, si son detti: ma scusate, perchè non possiamo farlo pure noi?)... Oppure, molto più semplicemente, c'è un sistema economico e uno Stato talmente marci da provare enorme fastidio nel vedersi bloccare le proprie “folli corse” da regole e da norme (in poche parole, si vorrebbe andare verso un sistema giudiziario all'americana). Berlusconi è stato forse solo la “punta di diamante” (a suo modo, con i suoi estremismi e particolarità) di un sentimento che cresceva da molto tempo sottopelle, e che ora sta venendo alla luce chiaro. In Italia, e in special modo negli ambienti di Sinistra, si fa spesso l'errore d'individuare un “problema” e di riversare su di esso tutto il male del Mondo. In realtà, molto spesso, il problema è decisamente più ampio ed allargato.


Il punto è che la magistratura riveste spesso il ruolo di guastafeste, pignola e “indagatrice”. Quando un “sistema”, qualunque esso sia, è lanciato in una folle corsa, e non può fermarsi per nessun motivo al Mondo (causa la sua morte stessa), quello stesso sistema non può che vedere con profonda diffidenza qualunque “ente” sia in grado di stopparlo. Così è stato per Berlusconi, la cui ascesa imprenditoriale e politica è stata caratterizzata dal “fregarsene delle regole”: uno stop, una condanna, avrebbe fatto venire giù tutta l'impalcatura (di sabbia) che si era costruito. Così è per l'Ilva di Taranto, che è andata avanti anni grazie a collusioni e accordi sottobanco: uno stop non solo comporterebbe la perdita di competitività sul mercato (causa la folle corsa e i disumani meccanismi del sistema capitalistico), ma farebbe anche venir fuori (come in effetti già sta accadendo) nomi e figure delle compiacenze che si sono verificate. Così è anche, e sopratutto, per la storia della trattativa fra lo Stato e la mafia. Da molte parti, su questa questione, si vorrebbe non arrivare a nessuna conclusione o verità. C'è stata una pagina nerissima e vergognosa, che ha coinvolto buona parte dei vertici dello Stato (di diversa estrazione politica)... Nessuno avrebbe mai voluto, o sperato, si andasse a ritirare fuori questa storia. Certi cassetti non vanno mai aperti, specie quando si è riusciti ad occultarli con tanta bravura. In buona combutta fra tutti quanti, si era deciso di svolgere determinate operazioni (tenendo all'oscuro, come ovvio, la popolazione), e di seppellire poi quelle stesse operazioni sotto tonnellate di silenzi. La Magistratura è arrivata, da buona rompiballe, a chiedere di scoperchiare certi pentolami del nostro passato... E questo sta dando fastidio a molti, da più parti. Si vorrebbe tentare di ricacciare nell'ombra certi demoni che stanno riaffiorando. La strategia è chiara: nascondere, depistare, ostacolare, minimizzare... Siccome ormai è più che evidente che una trattativa di qualche natura ci sia stata, si tende addirittura a voler “burlare” l'azione dei magistrati. Dicono i detrattori: “han fatto la scoperta dell'acqua calda, i magistrati... C'è stata una trattativa fra lo Stato e la mafia... Embè, dove sta il problema? Lo Stato è in guerra con la mafia... In guerra non si tratta? Lo Stato ha trattato in guerra... Punto, semplice. Tutto qui!”.

Evidentemente certi personaggi non sanno, o fingono di non sapere, cosa sia la dignità di un Paese e di un popolo.

L'azione di Napolitano, ossia il sollevamento del conflitto di attribuzione nei confronti dei pm per le telefonate intercettate, va esattamente in questa direzione di marcia (ossia, nel tentativo di ostacolare l'arrivo a certe verità). Perchè, sennò, un Presidente della Repubblica dovrebbe comportarsi in questo modo? A parte che nella nostra Democrazia chiunque dovrebbe essere intercettabile (specie chi siede nei Palazzi del Potere, visti i non brillanti precedenti). A parte che la Legge, su questa questione, non è affatto chiara. A parte tutto, mi domando: ma perchè Napolitano, su una questione così delicata, ha voluto fare un intervento del genere? Non la trovate anche voi una nota stonata? Considerato che la trattativa fra Stato e mafia è stata una vergogna immonda per il nostro Paese, e considerato anche che fino ad ora è stata nascosta sotto migliaia di veli di omertà, un buon Presidente di Repubblica (che non ha nulla da temere) dovrebbe dire: “intercettate, intercettate tutti. Intercettate pure me. Non c'è alcun problema. L'importante è che si arrivi presto ad una verità su questa questione”. Questo dovrebbe dire un BUON Presidente della Repubblica, cazzo! Questo... Non sollevare fantomatici conflitti di attribuzione. Il problema delle intercettazioni è un falso problema. Diventa tale per chi ha qualcosa da nascondere. Male non fare - paura non avere, dice il proverbio della nonna. I casi sono solamente due: o Napolitano ha qualcosa da nascondere, oppure è un uomo profondamente stupido (solamente uno stupido, infatti, potrebbe pensare di fare pignolerie su una pagina così delicata per il nostro Paese). Nonostante tutto, preferisco pensare sia più corretta la prima opzione. I fatti danno da pensare anch'essi: Napolitano era già stato intercettato in precedenti indagini... Perchè non aveva mai sollevato alcun conflitto d'attribuzione? Perchè lo fa solo ora, e su un'indagine così delicata? Ragion logica suggerirebbe che se non l'hai fatto per delle indagini “minori” prima, non ti converrebbe farlo nemmeno ora (su un nodo così cruciale). Perlomeno non ti stupire se poi a qualcuno viene il dubbio ci sia sotto qualche mafagna.

Eppure, in Italia, il Presidente della Repubblica è intoccabile. Nonostante i fatti e la logica parlino da soli... Destra, sinistra, centro: tutti compatti a giustificare perennemente le azioni sbagliate di quest'uomo! Solo il povero Tonino Di Pietro ha osato dire qualcosa, ed è stato subito messo alla gogna. L'hanno scaricato tutti, il povero Tonino: persino il signor Vendolafaccia, che fino a pochi mesi fa ci faceva le conferenze stampa insieme, ha fatto il salto della quaglia per andarsi ad “alleare” con il Pd (bell'assist ha fornito la Sinistra al Pdl, su questa storia delle intercettazioni. Oggi i “berluscones” possono rivendicare di aver avuto ragione loro quando dicevano che serviva una legge sulle intercettazioni. Possono anche accusare la Sinistra di utilizzare due pesi e due misure... E in effetti, a vederla così, hanno pure ragione)!? Speriamo che almeno alla fine di questo settennato si possano elencare gli sbagli commessi dal Presidente (senza per questo essere accusati di “vilipendio alla Nazione”). Alla fine del suo mandato, si potrà finalmente dire che Re Giorgio è stato uno dei peggiori Presidenti della Repubblica che abbiamo avuto? Ha firmato praticamente qualunque porcata uscisse dal Parlamento di Berlusconi (anche norme che erano palesemente incostituzionali). Ha rinunciato a sciogliere il Governo del Pdl, quando c'erano tutte le condizioni per farlo (se Berlusconi fosse andato a casa prima, avremmo avuto molti meno problemi. Abbiamo dovuto aspettare se ne andasse da solo. Quando ciò è accaduto eravamo ormai praticamente sul baratro più nero della crisi economica). Ha spinto con tutte le forze per la nascita di un Governo tecnico: Governo non limitato nel tempo (se non per la fine naturale di legislatura), e caratterizzato da scelte politiche pesanti (non votate dagli italiani). Infine, quest'ultima azione deplorevole sul conflitto d'attribuzione (la più grave fra tutte quelle elencate. Le altre, seppur sbagliate, possono essere giustificate dai momenti e dalle circostanze. Questa no. Questa decisione è tutta in mano sua: nessuno lo obbliga, e nessuno gli chiede di dare conto di ciò che fa!). Del resto, basta guardare la storia politica di Napolitano per capire un po' com'è fatto: Giorgetto, partendo da buon comunista, ha presto spinto su scelte facilmente accondiscendenti e moderate, fino a giungere a mischiarsi con quella parte più “corruttibile” (diciamo così) del socialismo. Devo anche ammettere che a me fa un po' pena questo vecchietto. Non so se ve ne siete mai accorti, ma Napolitano ha pianto in diverse occasioni pubbliche (specie negli ultimi tempi). A me da l'impressione di un uomo che vede franare il sistema che ha intorno, e che non sa come uscirne. E' un po' come il Papa, perso e sperso. Il Papa, anche lui, vede intorno a sé una Chiesa completamente allo sfascio... Il problema è che, entrambi, non solo non sanno come uscirne, ma contribuiscono (con le loro azioni) al peggioramento della situazione.

In conclusione, io sto con i magistrati (per riprendere la petizione indetta dal “Fatto Quotidiano”). Sto con i magistrati non perchè mi stiano particolarmente simpatici (per esempio, nonostante stimi moltissimo il lavoro che porta avanti, non condivido l'eccessiva politicizzazione del magistrato Ingroia. Un magistrato non solo deve essere indipendente, ma anche apparire tale: certe partecipazioni a manifestazioni politiche, a mio avviso, forniscono alibi a chi lo vuole attaccare!), ma bensì perchè sono rimasti l'ultimo baluardo di democrazia e legalità nel nostro Paese. E' molto triste dover riconoscere ciò: prima della Magistratura dovrebbero esserci mille altre figure pronte a difendere i princìpi cardini. Purtroppo non ci sono (o perlomeno, non ci sono più). E' l'amara Verità: guardiamo il caso dell'Ilva di Taranto... Se non ci fosse stato l'intervento della Magistratura, tutto sarebbe continuato com'era (nella più totale inerzia). Oggi, seppure un minimo, Società e Stato sono costretti a porre rimedio e bonificare. Questo mi fa salire una rabbia tremenda, perchè i pm erano le ULTIME (ultimissime) figure predisposte a fare ciò. D'altra parte mi dico: meno male che esistono (ancora) i magistrati. Sono gli ultimi soggetti che, seppur involontariamente, riescono a mettere uno stop ad un sistema economico e ad uno Stato completamente marci. Qualunque altra logica o figura di garanzia, nel nostro Paese, è saltata.

La speranza finale rimane quella di cambiare radicalmente la classe dirigente e la mentalità di questa nostra disastrata Italia. Speriamo, come sempre.

Un abbraccio a tutti,
Anima Blu

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