L'Italia è, ahimè, un Paese di cui bisogna spesso vergognarsi. Nei giorni scorsi, ci sono state un paio di “cosucce” (roba da niente, eh…) che ci hanno ricordato in che razza di Stato viviamo.
Cosa è successo? Nulla di che… Abbiamo “solamente” rispedito due rifugiate politiche al Regime che le ricercava (il “caso” Shalabayeva), e abbiamo “solamente” avuto un Vicepresidente del Senato che ha chiamato “scimmia” il nostro Ministro di colore (il “caso” Kyenge). Roba da niente. Infatti, nessuno ha pagato, nessuno ha protestato, nessuno si è dimesso. Tutto è rimasto esattamente come prima (come sempre, del resto).
La cosiddetta “vicenda kazaka” è stata penosa e, allo stesso tempo, strabiliante. Ancora più imbarazzante della vicenda stessa, però, sono state le modalità con cui è stata spiegata. Al di là del fatto che è più che palese che non sono state “rispettate le regole” (regole talmente universalmente riconosciute da minare nelle fondamenta la credibilità di uno Stato… Non applicare certi princìpi, in taluni casi, può provocare addirittura guerre mondiali), è davvero ridicola la spiegazione secondo la quale nessun Ministro fosse a conoscenza di quanto stava accadendo. Si vuol far credere al popolo “capra” che alcuni “semplici” (seppur autorevoli) funzionari di Stato avrebbero obbedito ad un altro Stato, senza informare i propri diretti superiori (cioè, i Ministri e il Governo). Si vuol far credere cioè che, di fronte ad un'operazione così delicata, e ad un'interferenza così massiccia ed organizzata da parte del Kazakistan, i nostri funzionari avrebbero fatto tutto da soli, assumendosi ogni responsabilità (in Italia non ci si assume la responsabilità nemmeno di fronte ad una scoreggia di mosca… Figuriamoci di fronte ad una faccenda del genere!?).
Non prendiamoci in giro. E' più che evidente che Alfano (oltre, probabilmente, ad altri…) fosse a conoscenza dell'operazione… Altrettanto bene, si sapeva chi fosse Alma Shalabayeva e perché i Kazaki la volessero indietro con tanta solerzia (del resto, lo si desume anche dal fatto che nessun immigrato irregolare, con i tempi che ha la nostra burocrazia, viene identificato ed espulso in tre giorni).
La spiegazione che molti si danno è che, dietro questo “strappo alle regole” (chiamiamolo così), ci sarebbero gli interessi economici (in primis, le risorse energetiche) che l'Italia ha con il Kazakistan. Qualcun altro, invece, ha ricordato che il Dittatore kazako è un intimo amico di Silvio Berlusconi. Io, personalmente, propendo per questa seconda opzione. Credo, cioè, che Alfano abbia fatto un favore a Silvio, che a sua volta ha fatto un “favore” all'amico “impresentabile” di turno (in questo caso, il dittatore Kazako). Alcuni giornalisti (pochi, per la verità), all'indomani della composizione del Governo Letta, fecero notare che affidare ad Alfano un Ministero così importante come è quello degli Interni (Ministero che ha accesso praticamente a tutto: inchieste giudiziarie, servizi segreti, eccetera…), fosse un gran bel regalo a Berlusconi. Dopo solo un paio di mesi, il “regalo” ha forse incominciato a dare i suoi primi frutti? Se davvero fosse così, Alfano, più che pensare di dimettersi, si sarà aspettato di ricevere un premio.
In
qualunque Paese civile e democratico, di fronte ad un fatto del
genere, non si sarebbe dimesso il Ministro dell'Interno: si sarebbe
dimesso l'intero Esecutivo!? Sappiamo bene, però, che l'Italia non è
un Paese civile, e tantomeno democratico: da noi i Ministri non si
dimettono nemmeno se li beccano col coltello insanguinato, dopo aver
ammazzato la moglie (figuriamoci per una “robetta” del genere).
Del resto, sappiamo altrettanto bene che la democrazia nel nostro
Paese è morta, anche da quando Giorgio Napolitano si è
autoproclamato Re d'Italia (senza, peraltro, che nessuno abbia
obbiettato nulla). A mio avviso, il Presidente è ormai palesemente
sconfinato dai confini e dai ruoli che la Costituzione gli affida. Fa
e dirige la politica nazionale, impartisce ordini di comportamento…
Minaccia addirittura “ritorsioni”!? Con la “scusa” della
crisi economica, ci ha prima appioppato un Governo tecnico (Monti),
poi uno di conciliazione nazionale… Ora, addirittura, ha già
preannunciato che, nel caso fallisse anche questo esecutivo, ne ha
già pronto un altro. A quando la proclamazione ufficiale che in
Italia è ritornata la dittatura (in senso figurato, s'intende…)?
La
cosa “simpatica” è che il Governo Letta, che si è presentato
come un esecutivo giovane e moderno (tanto evoluto da “tagliare la
testa” alla Ministra Idem, “solo” per non aver pagato l'Ici su
una palestra), ha coperto nel peggiore dei modi una pagina
vergognosissima del nostro Paese. Su “ordine” di Napolitano, e
con la complicità di quasi tutto l'establishment nazionale, si è
cancellata (o, perlomeno, si è tentato di cancellare) l'ennesima
porcheria “all'italiana”. Intanto, negli stessi giorni, Letta
diceva agli investitori stranieri che l'Italia è un Paese sicuro ed
affidabile. Forse non ha capito che il Mondo intero ci ha riso
dietro… Un vero Esecutivo “moderno ed evoluto” avrebbe cacciato
Alfano a calci nel culo. Altro che “sicuro ed affidabile”.
Abbiamo fatto la solita figura degli zimbelli (mafiosi ed
inciucioni).
… Siamo davvero la Repubblica delle banane. I veri oranghi e scimmie siamo noi italiani, che continuiamo cibarci di queste banane marce. La grande difficoltà che, ad esempio, l'Italia sta dimostrando nell'accettare un Ministro di colore è sintomatica del livello di cultura presente nel nostro Paese (Calderoli e quelli come lui rappresentano solamente il termometro di buona parte della Penisola. La Lega batte così tanto sul Ministro Kyenge, perché sa di ritrovare molto riscontro fra i suoi elettori… E non solo…).
Sì, per carità… Per certi versi, preferisco essere italiano, piuttosto che essere inglese (solo per fare un esempio). Da noi, almeno, non ci sono più i Re e le Regine, e non stiamo in fissa se deve nascere il figlio del Principe (questo cavolo di “Royal Baby” mi stava sulle palle già prima di nascere… Manco fosse Gesù Bambino).
E' indubbio, però, che il nostro Paese ci dà spesso motivi per vergognarci. Nel grande, come nel piccolo.
Io,
ad esempio, nei giorni scorsi, per la prima volta da quando vivo in
Salento (cinque anni), mi sono vergognato di questa terra. Perché,
direte voi? Per una faccenda di calcio. La squadra del Lecce,
infatti, relegata in serie C, ha acquistato Miccoli.
Miccoli, per chi non lo sapesse, è quel calciatore che ha definito “fango” il giudice Falcone (frase da lui stesso mai smentita). Si dà anche il caso che Miccoli sia salentino: molti, quindi, hanno gioito per il suo “ritorno in Patria”. Il colmo dei colmi è che la presentazione del calciatore si è svolta proprio nel giorno in cui ricorreva l'anniversario della strage di Via d'Amelio (si sa che parlare di Borsellino o di Falcone, per l'amicizia e la sorte che li legava, è come parlare della stessa persona). Posso dire che l'ho trovato veramente di pessimo gusto? Posto che, se quelle frasi sono vere, Miccoli dovrebbe essere radiato dal calcio, e rifiutato dalla Società come un appestato, ho trovato veramente fuori luogo quanto è accaduto. Mi domando: era il caso che il Lecce acquistasse Miccoli, proprio ora? E se sì, doveva essere necessariamente “festeggiato” come un eroe nazionale che torna a casa? I media locali hanno dato grande risalto alla notizia, con tanto di dirette streaming dell'evento… Io, invece, mi sono profondamente vergognato (in primis per questa Terra, così bella e così evoluta culturalmente).
La vergogna, come vedete, può colpire tutto e tutti. Molti si stupiscono (ed io con loro) del perché gli italiani, di fronte a certe amenità, non scendano in piazza a protestare. La verità è che, tranne poche eccezioni, siamo un popolo di rassegnati. Lo siamo sempre stati. Non riusciamo a renderci conto di quanto gravi e fuori dal Mondo siano certi fatti che accadono nel nostro Belpaese.
Tuttavia, non voglio essere un disfattista. Nutro sempre la Speranza che le cose possano cambiare in meglio. Sogno il giorno in cui potremo dire di vivere in un Paese “normale” e “civile”, all'interno di un Mondo anch'esso un po' più “umano” (perché i problemi non li ha mica solo l'Italia… Anzi…). Sogno il giorno in cui certe frasi, e certi fatti, saranno solamente dei lontani ricordi (della serie: vi ricordate quando in Italia si dava delle scimmie ai neri? Oppure: vi ricordate di Ruby, la nipote di Mubarak? Ecco, così…).
Mi auguro davvero con tutto il cuore che questo nostro Paese, così bello e così grande, possa un giorno diventare faro di Civiltà e Cultura per tutto il resto del Mondo.
(… Accadrà mai?)
Anima Blu
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