Parliamo un po’ di volontariato, e della Società che ha “bisogno” del volontariato. Chiariamo, innanzitutto, che questo fenomeno è sicuramente positivo e gli effetti che provoca nella vita di tante persone sono di grande aiuto. Personalmente, però, mi piace sognare una società dove non c’è più bisogno del volontariato. Certo, è la solita utopia… Di un mondo dove dedicarsi agli altri e amare il prossimo non è un fatto eroico ma semplicemente la normalità.
Mi piace sognare una società dove le persone sono solidali e disponibili verso i propri vicini, dove c’è attenzione per il prossimo. Invece, molto spesso, nessuno pone attenzione alla realtà che lo circonda (un esempio su tutti: quanti anziani, completamente soli, vengono ritrovati morti nelle proprie case soltanto parecchi giorni dopo il decesso? E nessuno si è accorto di nulla!). Mi piace sognare una società dove tutti sono fratelli fra loro… Non esisterebbero bisogni a cui rimediare! Un mondo basato su questi principi eliminerebbe un aspetto, secondo me negativo, del volontariato. Aiutare una persona molto spesso provoca, in questa società, una condizione di inferiorità della persona stessa. Un Mondo dove esistono “persone da aiutare” genera categorie di esseri “inferiori”, “svantaggiati”… Categorie tra l’altro inventate dall’uomo, perché in realtà ogni essere umano possiede limiti e risorse. La mia esperienza personale mi porta a fare tali riflessioni. Vivendo una vita in carrozzina ho vissuto molto da vicino il mondo del volontariato, e vi posso assicurare che le uniche occasioni nella mia vita in cui mi sono sentito un “diverso” sono state quelle in cui ho avuto a che fare con associazioni “specializzate” nella cosiddetta disabilità. Ne esistono un’infinità nel nord Italia, dove ho vissuto fino a poco tempo fa... Ero letteralmente “corteggiato” da molte Onlus le quali volevano tirarmi tra le loro file, essendo la mia condizione molto particolare. Giocavano ad avere “il caso” più importante da poter esibire. Ora, non fraintendetemi, non voglio affermare che chi gestisce queste Associazioni sia così meschino da vivere sulla pelle degli altri, ma un approccio sbagliato a questi temi provoca lo sfociare in atteggiamenti demenziali. Ho sempre vissuto come una persona assolutamente normale, la mia famiglia non mi ha mai considerato non in grado di vivere con naturalezza… Quest’atteggiamento l’ho interiorizzato fortemente, e per questo mi accorgo immediatamente quando qualcuno si pone nei miei confronti in maniera diversa rispetto a ciò che è la normalità (la quale, appunto, conosco molto bene). Quando ho lasciato la possibilità, come la lascio a tutti del resto, a persone di queste associazioni di avvicinarsi a me, ho immediatamente avvertito la sensazione che non si erano avvicinate a me in quanto Francesco ma in quanto ragazzo senza braccia e senza gambe. Nel loro pormi domande non sentivo l’interesse normale che intercorre tra due persone che si stanno conoscendo, ma un progetto d’inglobarmi nel gruppo. Ed infatti non passava molto tempo che mi venisse chiesto di iscrivermi all’Associazione. Al mio rifiuto sparivano improvvisamente tutti. Le uniche esperienze che ho vissuto con qualcuno di questi gruppi sono state dei viaggi a Lourdes… Ed ogni volta mi sono sentito fortemente a disagio. La sensazione di essere un malato in mezzo a tanti, troppi malati. Mi preme sottolineare che, spesso, si considera la cosiddetta “disabilità” quasi come una malattia. Io tutto sono, tranne che malato. Non sono in attesa di guarire, non aspetto che da un giorno all’altro mi crescano gli arti. Le persone cosiddette “sane”, vestite da crocerossine, trainano le tipiche carrozze blu, per i malati presenti a Lourdes, in un’infinita processione. Continua. Triste. Infinitamente triste. Decine e decine di persone “svantaggiate”, tutte insieme, accompagnate da altri esseri “buoni e sani”. Ho sempre avvertito, fortemente, la sensazione di una netta linea di divisione fra due categorie. La Vita si basa sulla Diversità, ed è bello vedere insieme persone con pregi e svantaggi diversi. E’ giusto, sviluppa l’intelligenza, è l’adattamento ad una legge Naturale. Per mia esperienza personale ho sempre vissuto, ad esempio a scuola, la bellissima sensazione di avere come amici i cosiddetti ragazzi “problematici”. Ragazzi provenienti da situazioni famigliari distrutte, vite difficoltose. Quando ho bisogno di un aiuto il primo ragazzo ad alzarsi in piedi è sicuramente uno di quelli, e l’amicizia scatta immediatamente. Loro aiutano me da un punto di vista pratico. Io, di contempo, ascolto i loro racconti… Le loro sensazioni… Le loro lacrime. Ci aiutiamo a vicenda (come, del resto, dovrebbe sempre essere in un’amicizia), non esistono “volontari” e “svantaggiati”. E’ chiaro che se metti insieme tutte persone con gli stessi problemi questo meccanismo non può scattare. L’uomo preferisce “categorizzare”, è più facile, più semplice, più comodo e soprattutto più veloce… In questa società senza Tempo. E allora i disabili con i disabili, gli anziani con gli anziani eccetera… Nascono gli Istituti specializzati, che “fruttano”(tra l’altro) molti soldini. Nessuno fa niente. Certo, mi si potrebbe rispondere che senza questi Istituti sarebbe lo sbando. E sono d’accordo. In questo tipo di Società non si potrebbe vivere senza gli Istituti. Nella mia Società ideale si. Lo so, sono il solito utopista. Ma preferisco credere in un Mondo impossibile che rassegnarmi all’idea che ragazzi in carrozzina siano condannati a vivere una Vita mediocre, reclusi in mezzo a tanti loro “simili”, senza potersi sviluppare per ciò che realmente sono. Si toglie a loro la possibilità di vivere nel Mondo, e al Mondo la possibilità di vivere loro. Sarebbero magari anche una risorsa per questa nostra Società così malandata. Parliamo un po’ dei volontari. Sono, nella maggior parte dei casi, delle buone persone. Non tutte sono sparite al mio rifiuto d’entrare nella loro Associazione, e con alcune sono rimasto anche amico. Sono mosse da varie motivazioni. La principale è sicuramente il bisogno di sentirsi utile per gli altri. Si tratta di un bisogno insito nell’Anima dell’uomo che, nonostante la nostra Società egoistica, continua a gridare e farsi sentire in innumerevoli persone. Un’altra motivazione può essere l’esigenza di trovare Pace con sé stessi. Più di una ragazza mi ha confidato di aver intrapreso questa strada dopo aver compiuto un aborto, spesso di feti con problemi. Poi c’è la categoria di chi fa del volontariato soltanto per far vedere quant’è buono e bello, ed è davvero un tipo di persone odioso. Considerando il fatto che la maggior parte dei volontari lo fa per sentirsi utile agli altri, sarebbe importante “educarli” ad indirizzare questo loro bisogno verso strade più giuste e rispettose degli altri. Rispettose di quelli che vengono considerati “da aiutare”. E’ un peccato, perché le intenzioni sono sicuramente positive ma rischiano di fare più male che bene. Con questo non dico che bisogna stravolgere il mondo del volontariato, ma sarebbe opportuno raccontare anche altre realtà oltre a quelle prestabilite. Raccontare, ad esempio, con storie vere, che una persona cosiddetta “disabile” può fare una Vita completamente normale. Libera, nel Mondo. Una Vita come la mia… Che a 19 anni mi sono addirittura sposato (con una donna assolutamente “sana”, per così dire. Perché un altro tabù da sfatare è che uno in carrozzina debba sposarsi con un’altra nella sua stessa situazione. E’ il massimo di normalità che il genere umano concepisce!). Bisognerebbe raccontare, sempre con Vite reali, che vivere tutti i giorni con una persona “disabile” non è vivere con un extraterrestre. Forse chi sente forte il bisogno di sentirsi utile prenderebbe il coraggio a quattro mani e adotterebbe un bambino con problemi (il cui numero, in stato di abbandono, è sempre molto elevato), uno di quelli che da più grandicello sarebbe finito nei Centri frequentati dai volontari. Dargli una famiglia, invece che qualche ora di compagnia. Crescere un figlio, costruire un uomo libero e autonomo, invece che consolarlo del suo essere “prigioniero” di quattro mura. E’ una bella differenza, no? Certo, al semplice raccontare di realtà differenti lo Stato dovrebbe aggiungere un maggiore aiuto a chi compie scelte di adozione (il quale aiuto è sicuramente, ad oggi, insufficiente). Mi viene da concludere che, ognuno di noi, dovrebbe sentirsi ventiquattro ore al giorno “volontario dell’Amore”… E ricordarsi che, contemporaneamente, oltre che essere Donatore è anche “bisognoso”. Tutti uguali, tutti diversi! Anima Blu
giovedì 21 maggio 2009
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1 commento:
Tutti uguali, tutti diversi!
Tutti uguali, tutti diversi!
che splendide parole! quasi sembra uno slogan...e che a volte ci si sente diversi...perchè non si vede, perchè non si cammina, perchè malati, perchè non abbastanza belli o non abbastanza magri...perchè ci si sente diverso....
Poi ci sono delle persone speciali dotate di grande forza d'animo, di grande personalità. Sono gocce che scavano la roccia, con tenacia, senza tante parole inutili che infiammano l'anima e poi si spengono, ma con gesti semplici comportamenti quotidiani, prove pratiche, danno esempio, generano intorno a loro auree di energia che travolge chi gli sta accanto, chi gli ascolta, chi gli legge, spingendolo ad essere migliore.
Siamo tutti diversi gli uni dagli altri eppur così simili tra noi...uguali i sentimenti , gli stati d'animo...se solo ce ne rendessimo conto....
GRAZIE FRANCESCO!!!!
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